Piattaforma Brave1 e organizzazione sulla cybersicurezza, l’Ucraina cerca di tenere il passo sulle nuove tecnologie

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Abbiamo ottenuto delle risposte sulle strategie messe in campo: le parole di Natalya Kushnerska (project Lead a Brave1) e del Cybersecurity center ucraino

Nell’analizzare il ruolo positivo che internet ha avuto nell’ambito di questo difficilissimo momento storico, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, non si può non approfondire il ruolo che le istituzioni si stanno ritagliando soprattutto nel settore della cybersicurezza. In modo particolare, nei giorni scorsi, abbiamo avuto modo di parlare di BRAVE1, la piattaforma che cerca di mettere insieme sinergie pubbliche e private per il contrasto alla cyberwar. Oggi, Giornalettismo è in grado di dare qualche informazione in più rispetto a quello che dovrebbe essere inteso come una implementazione costruttiva di internet nell’ambito della guerra in Ucraina. Natalya Kushnerska, project lead di BRAVE1, ha fornito ulteriori specifiche sulla mission e sul compito di questa piattaforma che tende a unire competenze private e istituzioni pubbliche per fornire delle soluzioni importanti per il contrasto ad attacchi informatici.



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Brave1, la descrizione della piattaforma fatta dalla project lead

Giornalettismo ha chiesto in che modo una piattaforma come Brave1 possa migliorare le cose per quanto riguarda l’attuale situazione di cybersicurezza in Ucraina: «La cooperazione globale tra le parti interessate pubbliche e private nell’ambito di BRAVE1 – ci ha spiegato Natalya Kushnerska – contribuirà a far incontrare le forze di difesa e gli innovatori, a dare impulso all’industria attraverso una corsia preferenziale degli sviluppi e a portarli in prima linea, per accelerare e far crescere le aziende che possano contribuire alla vittoria militare. È un punto molto importante: la piattaforma contribuisce a salvare la vita e a preservare la sicurezza dei nostri difensori e dei civili».



La piattaforma, ci è stato spiegato, porta a investire in nuovi progetti, a sperimentare nuove soluzioni e meccanismi di difesa, a connettere le varie realtà coinvolte, a mostrare le novità militari legate alla difesa dell’ambiente informatico, a promuovere i progetti identificati come prioritari dalle forze di sicurezza di Kiev. Non è un caso che le istituzioni coinvolte nel progetto siano moltissime, dal Ministero della Trasformazione Digitale dell’Ucraina, passando per il Ministero della Difesa dell’Ucraina, per lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina, per la Sicurezza Nazionale e Consiglio di difesa dell’Ucraina, per il Ministero delle industrie strategiche dell’Ucraina e per il Ministero dell’economia dell’Ucraina.

«BRAVE1 – ci ha spiegato Kushnerska – è stato creato come punto di accesso per la cooperazione tra società di tecnologia della difesa, governo e militari, nonché investitori, fondi di volontariato, media e tutti coloro che intendono contribuire alla vittoria finale attraverso la tecnologia. Costruire l’ecosistema con la partecipazione di partner locali e globali ridimensionerà tutti i tipi di progetti di tecnologia della difesa (in tutte le fasi – dall’idea e MVP alla produzione in serie), fornendo supporto e assistenza per soluzioni nazionali, promuovendo e migliorando l’industria della tecnologia della difesa in Ucraina e promuovendolo a livello globale». La sovranizzazione della cyberdifesa, insomma, sembra essere una delle missioni di BRAVE1.



Le risposte che arrivano sulla cybersicurezza in Ucraina da parte del centro nazionale di coordinamento

Da questo punto di vista, abbiamo ottenuto delle indicazioni estremamente precise anche dal National Coordination Center for Cyber Security dell’Ucraina (grazie al lavoro di Nataliya Tkachuk, Head of the Information and Cyber Security Directorate) che ci ha spiegato quali siano le situazioni più frequenti che l’apparato nazionale deve fronteggiare in questa fase molto delicata della guerra, che sembra subire una nuova escalation: «La Russia – spiegano dall’agenzia nazionale di cybersicurezza ucraina – attacca costantemente l’Ucraina, sia nello spazio fisico che nel cyberspazio. Gli hacker russi mirano a distruggere l’infrastruttura informativa strategica dell’Ucraina. Usano anche lo spionaggio informatico, gli attacchi informatici ai siti web ufficiali del governo e conducono operazioni psicologiche e di disinformazione per minare la fiducia nel governo, nelle forze di sicurezza e di difesa, diffondendo il panico nella società».

Tuttavia, l’Ucraina sembra essersi posta il problema della difesa del suo cyberspazio ben prima dell’inizio dell’invasione, lo scorso 24 febbraio 2022: «Negli ultimi 8 anni – ci dicono -, l’Ucraina è stata in grado di costruire la propria resilienza informatica perché per noi era ovvio che l’escalation dell’aggressione informatica da parte di un paese terrorista era inevitabile e non avevamo tempo per ritardare. Inoltre, anche a fronte di continui attacchi informatici, continuiamo a digitalizzare il nostro Paese, che ha già raggiunto un livello altissimo: questo, per noi, rappresenta attualmente un vantaggio».

Il National Coordination Center for Cyber Security dell’Ucraina ha ricordato che gli attacchi hacker di matrice filo-russa sono diretti, attualmente, anche nei confronti di infrastrutture di Paesi della NATO che hanno mostrato il maggior sostegno all’Ucraina. Lo schema è sempre il solito: l’invio di malware che consentono di acquisire delle credenziali di accesso ai vari sistemi e, così facendo, arrivano a distruggere i sistemi informatici.

«Oggi – spiegano dall’agenzia per la cybersicurezza ucraina – abbiamo un alto livello di coordinamento e interazione nel campo della sicurezza informatica. Abbiamo professionisti altamente qualificati provenienti dai principali enti di sicurezza informatica nel settore pubblico e un altissimo livello di partenariato pubblico-privato con l’aiuto del supporto aziendale. Stiamo parlando di migliaia di specialisti. In aggiunta, abbiamo anche un potente esercito di cyber volontari. Circa 600 volontari informatici si sono uniti, in pochi giorni, alla prima guerra informatica per affrontare la Russia. Grazie al loro lavoro e al coordinamento degli sforzi di tutte le entità di sicurezza informatica, il nostro Paese non solo è riuscito a sopravvivere a questa guerra, ma ora la sta vincendo».

FOTO DI COPERTINA: Natalya Kushnerska, Project Lead at BRAVE1