UE pronta a regolamentare l’AI vietandone, tra le altre cose, l’utilizzo per la sorveglianza di massa

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La bozza trapelata che gira in rete spiega come l'UE avrebbe intenzione di regolamentare l'utilizzo dell'intelligenza artificiale

Che l’AI e i modi in cui permettiamo che monitori la nostra vita vadano sorvegliati e regolamentati si sapeva. La novità è che l’Unione Europea sembra pronta a farlo, avendo già buttato giù una bozza della regolamentazione AI UE che è trapelata e sta circolando online. L’annuncio ufficiale sulla questione è previsto per la settimana prossima. Prima di andare a vedere più nel dettaglio quali dovrebbero essere le regole più importanti e incisive che l’Unione Europea adotterebbe nei confronti dell’AI, chiariamo che si tratterebbe di una posizione forte che la distinguerebbe dall’utilizzo della tecnologia che viene fatto negli Stati Uniti e in Cina.



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La bozza della regolamentazione AI UE trapelata



Omer Tene, vice presidente dell’organizzazione no profit IAPP, ha pubblicato il collegamento alla bozza aprendo una discussione sulla questione. Il documento è fatto di 81 pagine per un totale di 69 articoli e nella sua analisi Tene sottolinea che, qualora fosse approvato, verrà a crearsi un «vasto ecosistema normativo» che riguarderebbe tutti quanti, dai creatori agli importatori di sistemi di intelligenza artificiale, passando anche per gli utenti. Dovrebbero poi nascere, di conseguenza, anche una serie di comitati normativi sia nazionali che europei di valutazione atti a testare e convalidare i sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio. Secondo quanto anticipato da The Verge, alle aziende che sviluppano o vendono sistemi AI vietati nell’Unione Europea (anche quelli che hanno sede in altre parti del mondo) toccherebbe una multa fino al 4% delle entrate globali.

Quali utilizzi dell’intelligenza artificiale verranno regolamentati dall’UE

Tra i vari utilizzi dell’intelligenza artificiale che dovrebbero essere regolamentati in UE spicca di sicuro il divieto per la “sorveglianza di massa”, che comprende tutti quei sistemi che tracciano le persone direttamente negli ambienti fisici o che aggregano dati da altre fonti. Servirà poi un’autorizzazione speciale nei casi in cui si utilizzino “sistemi di identificazione biometrica remota” come il riconoscimento facciale negli spazi pubblici. Tutti i sistemi di IA che vengono classificati come “ad alto rischio” – etichetta che dovrà essere attribuita dalla commissione e da un “European Artificial Intelligence Board” che dovrà nascere – e quelli che rischiano di influire sui mezzi di sussistenza delle persone (ad esempio l’algoritmo per le assunzioni) andranno supervisionati.

I sistemi ad alto rischio, inoltre, dovranno essere valutati prima di essere messi in commercio ed utilizzati – in particolare per quanto riguarda i pregiudizi e la possibilità di essere spiegati alle persone che dovranno supervisionarli -. Indubbiamente la sezione più importante del documento è l’articolo 4, quello vieta una serie di utilizzi dell’AI, ma già parecchi esperti di diritti digitali e politica hanno individuato delle migliorie che andranno fatte al testo – in particolare a questa sezione sui divieti -. In particolare Daniel Leufer, analista politico europeo di Access Now, ha già constatato come «le descrizioni dei sistemi di intelligenza artificiale da vietare sono vaghe e piene di un linguaggio che non è chiaro e creerebbe un serio spazio per le scappatoie».