Tutto il digitale che c’è nella bozza di Conte sul Recovery Fund

Categorie: Attualità

Il testo è entrato nel consiglio dei ministri che è stato sospeso a causa del contagio di Lamorgese

L’Italia di oggi, con l’app IO che è entrata in forte difficoltà nel giorno precedente alla traduzione pratica del metodo cashback di Natale (a partire dall’8 dicembre), sembra davvero molto indietro nel processo di digitalizzazione. Ecco perché la bozza del Recovery Fund italiano presentata oggi nel consiglio dei ministri che non si è concluso a causa della positività del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese – che si era recata a Palazzo Chigi in attesa di tampone – sembra quasi dissonante rispetto a questo clima. Dal momento che, nella bozza in attesa di votazione, c’è tanto digitale. Quasi troppo se si guarda al nostro apparato ancora ancorato agli schemi burocratici della seconda repubblica.



LEGGI ANCHE > Ma davvero IO App ha problemi a gestire 6mila contemporaneità?

Bozza Italia Recovery Fund, tutte le soluzioni per il digitale

Innanzitutto, la giustizia. Tutti i processi passeranno dalla carta al computer, attraverso la cosiddetta digitalizzazione della giustizia italiana. Uno schema che dovrà inserirsi necessariamente in una riforma strutturale che sistemerà le cause civili e darà delle scansioni temporali ben definite ai tre gradi di giudizio. Il tutto con lo scopo di accelerare le sentenze e renderle degne, nei tempi, di un Paese moderno. Ma non sarà l’unico aspetto che verrà sottoposto a una revisione digitale.



La formazione dei lavoratori e la diminuzione del divario tra Nord e Sud prenderà decisa la strada dell’evoluzione delle tecnologie e di una crescita delle competenze legate al digitale. Inoltre, sempre il meridione sarà il centro di alcuni poli tecnologici, che guideranno la gestione dei processi di innovazione nell’industria e nell’agricoltura.

Nel settore dell’energia, attraverso l’impiego di nuove tecnologie, si punterà a una forte riduzione delle emissioni. L’aspetto green, sempre più collegato al settore informatico, sarà il punto del Recovery Fund dove si cercherà di profondere lo sforzo maggiore, senza esclusione di colpi e senza sconti tra le parti in trattativa sul piano italiano del Recovery Fund. Del resto, su questo aspetto, anche l’Unione Europea è stata sin troppo chiara.



Bozza Italia Recovery Fund, la stima delle spese per il digitale

Nella sanità, il settore su cui saranno puntati tutti gli occhi dopo la pandemia, il Recovery Fund italiano punterà sulla telemedicina. Il completamento di un Fascicolo Sanitario elettronico sarà l’elemento base per una migliore interazione tra pazienti, medicina di base e cure ospedaliere. Ben 4,2 miliardi saranno destinati all’innovazione delle tecnologie e alla digitalizzazione dei processi.

A proposito di cifre: parte dei 19,2 miliardi previsti per la scuola saranno utilizzati per la cablatura degli edifici scolastici e per l’innovazione dell’istruzione universitaria. Se si aggiungono ai 18,5 miliardi per la transazione energetica con le nuove tecnologie, ai 3,8 miliardi per le tecnologie al sud, si stima che oltre 50 miliardi dei 209 totali assegnati all’Italia avranno come capitolo di spesa il digitale. Un progetto ambizioso che, al momento, è incagliato nella dialettica interna a una maggioranza di governo che, anche su questo punto, sembra divisa.