Claudio Borghi smentisce se stesso e la ‘butta in caciara’ sull’Italexit

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Il deputato della Lega dice che tutte le polemiche sono per oscurare il caso Mes

C’è chi prima dice – anzi, ripete – no (all’euro) e poi, quando monta la polemica, accusa gli altri di aver creato il pandemonio con l’unico scopo di oscurare altre vicende. È quanto successo con Claudio Borghi che questa mattina, intervenendo ad Agorà (la trasmissione di approfondimento di Rai3), è tornato a parlare di Italexit qualora una parte della popolazione italiana dovesse chiederla (si parla di un sondaggio che si attesta sul 30% degli intervistati). Nel pomeriggio, però, sembra quasi smentire le sue parole per accusare le opposizioni che si erano scagliate contro di lui.



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Il deputato della Lega – e presidente della V Commissione alla Camera (Bilancio, Tesoro e Programmazione) – ha rispedito al mittente le accuse attraverso il proprio profilo Twitter sul quale ha postato un messaggio che ammicca al complottismo per oscurare tutte le polemiche sul Mes e lo stato dell’opera tra Italia e Unione Europea sul Meccanismo Europeo di Stabilità che vede coinvolto il governo Conte-1 e il Conte-2.



Borghi la butta in caciara

«Per la millesima volta ricordo la posizione UFFICIALE della Lega sull’Euro – scrive Claudio Borghi su Twitter -. Tutto il resto sono sciocchezze e patetici tentativi di confondere gli Italiani per camuffare il fatto che sia stato dato l’ennesimo via libera contro il mandato del parlamento al MES». Il tutto allegando una nota programmatica della Lega che afferma come la possibilità di avviare un progetto per uscire dalla moneta unica sia possibile solamente con una decisione condivisa.

La smentita di se stesso

Invece, questa mattina, aveva fatto allusione a una sua probabile adesione alla volontà popolare qualora la sua Lega tornasse al governo, ovviamente in base al sentimento degli italiani. E ha anche ribadito le sue perplessità (per usare un eufemismo), sulla moneta unica. Una posizione atavica e non nuova.

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)