Il “bollettino Covid” quotidiano non verrà più diffuso online. Ma alle persone interessava ancora?

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Il Ministero della Salute ha stabilito che il "bollettino Covid" quotidiano non verrà più diffuso. Resterà in vigore il report settimanale

Il Ministero della Salute ha stabilito che il “bollettino Covid” quotidiano non verrà più diffuso come è accaduto finora. Resterà in vigore il report settimanale, «fatta salva la possibilità per le autorità competenti di acquisire in qualsiasi momento le informazioni necessarie al controllo della situazione e all’adozione dei provvedimenti del caso», si legge nella nota del Ministero. Nella stessa nota, il Ministero comunica che «ritiene opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti, ispirati a criteri di responsabilità e rispetto delle norme vigenti».



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Le ricerche dei termini “Bollettino Covid” e “Bollettino Coranavirus” nel corso degli ultimi 12 mesi si sono mantenute regolari dopo un picco massimo registrato tra la fine del 2021 e l’inizio del 2o22, in concomitanza con l’aumento del numero di nuovi casi. È probabile che proprio l’aumento dei nuovi casi incida sul livello di preoccupazione delle persone legato alla possibilità di essere contagiati o alla possibilità che vengano introdotte nuove restrizioni spingendole a informarsi sui dati contenuti nel bollettino giornaliero.



“Bollettino Covid”:



“Bollettino Coronavirus”:

Il bollettino veniva pubblicato ogni giorno sul sito del Ministero della Salute, a un orario compreso tra le 15 e le 18. Quello settimanale veniva già pubblicato ogni venerdì mattina e ora resterà il solo consultabile da quanti vogliono rimanere aggiornati sull’andamento della pandemia.

Nonostante il “bollettino Covid” giornaliero sia spesso stato considerato come uno strumento che alimenta un clima di allarmismo e di ansia legata al contagio e alla pandemia, si tratta in realtà di informazioni affidabili diffuse da una fonte istituzionale e che sembrano interessare tuttora alle persone. Eliminarlo potrebbe creare invece confusione sull’andamento della pandemia, spingendo le persone a informarsi da fonti meno autorevoli e potenzialmente incrementando il rischio di diffondere disinformazione.