Blue Monday: la vera storia del giorno più triste dell’anno

Lunedì 19 gennaio è il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno. L’annuncio – non particolarmente gioioso a dire il vero – sta rimbalzando sul web dalle prime ore dell’alba e recarsi in ufficio o a scuola con la consapevolezza di questa mesta ricorrenza non è esattamente quel che si dice “far partire la settimana con il piede giusto”. Ma qual è la vera storia del Blue Monday, e perché il giorno più triste dell’anno cade proprio oggi?

Foto: Thinkstock
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BLUE MONDAY: LA STORIA DEL GIORNI PIÙ TRISTE DELL’ANNO – Per scoprirlo, dobbiamo tornare indietro di dieci anni esatti, più precisamente a lunedì 24 gennaio 2005, quando la BBC pubblicò un articolo in cui spiegava che, secondo uno studio condotto da uno psicologo dell’Università di Cardiff, quel giorno – il terzo lunedì del mese di gennaio – sarebbe stato il giorno più triste dell’anno. Per arrivare a questa conclusione lo psicologo, che rispondeva al nome di Cliff Arnalls, aveva elaborato una formula matematica che tenesse conto di diversi fattori. Il buio e il freddo delle giornate invernali, le tasse da pagare, le vacanze di Natale ormai lontane (con i chili di troppo rimasti), la consapevolezza di avere davanti a sé un anno di duro lavoro con i “buoni propositi” ormai finiti nel dimenticatoio. Da qui il risultato: il terzo lunedì di gennaio (o il lunedì dell’ultima settimana “piena” di questo mese) era stato decretato il giorno più triste dell’anno.

BLUE MONDAY: SOLO UNA TROVATA PUBBLICITARIA – In realtà, racconta Wikipedia, si scoprì poi che l’intera faccenda non era altro che una campagna pubblicitaria di Sky Travel, un canale satellitare inglese dedicato ai viaggi con annesso sito web, che sperava di incentivare le partenze in un mese “di calma piatta” come di solito è gennaio. A dare il consenso alla pubblicazione dello studio era stato lo stesso Cliff Arnall, all’epoca tutor in un dipartimento della Cardiff University che si occupava di formazione permanente. Arnall aveva acconsentito a fare da “prestanome” a una relazione scritta da Porter Novelli, un dipendente dell’agenzia pubblicitaria che aveva creato la campagna. Poco dopo, Arnall aveva addirittura lasciato il lavoro all’Università.

 

 

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BLUE MONDAY: PERCHÉ OGGI “DOBBIAMO” ESSERE TRISTI – La formula matematica che porta all’elaborazione del concetto del Blue Monday, quindi, non è altro che un bell’esempio di “pseudoscenza” senza alcun valore formale. Ma non si può non ammettere che i presupposti non sono poi così campati per aria: fa freddo, le giornate sono ancora incredibilmente corte, l’estate è ancora lontana e le luci del Natale sono solo un lontano ricordo. Insomma, nulla di strano se oggi dovreste sentirvi tristi e poco motivati: potete sempre dare la colpa al calendario e, in linea di massima, andare a caccia di consigli per sopravvivere al lunedì che, almeno oggi, potrebbe presentarsi più difficoltoso del solito.

(Photocredit copertina: Thinkstock)

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