Il Bitcoin scende ai minimi delle ultime settimane a causa delle tensioni tra Russia e Ucraina

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La crisi Russia-Ucraina inevitabilmente colpisce anche il mondo crypto. Il Bitcoin decresce e raggiunge il minimo delle ultime due settimane. Si registra una perdita della critpovaluta del 7,50% a 39.000 dollari, ma calano anche Ether, Dogecoin e Shiba Inu, altre valute digitali

Le truppe russe entrano con i carrarmati nelle due Repubbliche ucraine che si dichiarano indipendenti, l’Unione Europea prepara sanzioni per Mosca, mentre Joe Biden, presidente americano, firma quelle degli USA. In tutto questo, il Bitcoin scende ai minimi delle ultime due settimane e mezzo. Le tensioni tra Russia ed Ucraina, infatti, non potevano non portare ad un’oscillazione del valore dei Bitcoin, che scende ad un valore ancora più basso. I mercati registrano una perdita della critpovaluta pari al 7,50% attestandosi intorno ai 33 mila dollari, ma non sono da meno le altre valute digitali; infatti, Ethereum perde quasi il 9% attestandosi a 2880 dollari, Dogecoin il 7% e Shiba Inu l’8%. La criptovaluta più diffusa al mondo in un solo giorno perde quasi circa 4 mila dollari di valore, e se si confrontano i dati di inizio novembre dello scorso anno, la svalutazione supera il 40%.



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Il Bitcoin scende ai minimi a causa della crisi Russia-Ucraina

La principale criptovaluta registra i suoi minimi delle ultime due settimane. Il pericolo di una probabile invasione dell’Ucraina, da parte della Russia, ha permesso agli esperti del mondo crypto di analizzare il mercato e prevedere che il Bitcoin potrebbe decrescere fino a quota 30.000 (attualmente è pari a circa 33.120 dollari). Ciò ribalterebbe l’ipotesi che le valute digitali possano essere un appiglio certo in periodi di tensioni geopolitiche. Contemporaneamente, l’oro registra il livello più alto dal giugno 2021.



John Roque di 22V Research in una nota scrive: «il bitcoin, l’asset che pretende di essere la risposta a ogni domanda, si è silenziosamente indebolito e sta notevolmente sottoperformando il suo acerrimo nemico, l’oro». Roque teme che il Bitcoin possa scendere anche sotto i 30.000 dollari, un minimo che non si registrava dallo scorso luglio, in una realtà che vede i trader preferire sempre di più l’oro, lanciando il valore dei metalli preziosi a livelli massimi mai raggiunti prima. Antoni Trenchev, co-fondatore di Nexo, ha dichiarato che: «l’incapacità di bitcoin di mantenere il livello di 40.000 dollari in mezzo alle crescenti tensioni in Ucraina significa che quota 30.000 è di nuovo in gioco», e che: «la geopolitica, per ora, ha sostituito l’inflazione come motore principale dei mercati tradizionali e delle criptovalute».

La svalutazione che sta interessando il Bitcoin è l’ennesima conferma della relazione con il mercato azionario. Il «sell off» ovvero la decrescita dei Bitcoin è legata a fattori esterni al mondo delle cryptocurrencies e, in particolare, alla tensione tra Russia e Ucraina, che sta influenzando notevolmente tutti gli indici azionari del mondo e che, molto probabilmente, condizionerà i futuri rialzi dei tassi di interessi della Federal Reserve. Questo non fa che confermare quanto le crypto siano strettamente connesse ai mercati azionari. Secondo le statistiche di CoinMarketCap, il crollo delle maggiori criptovalute ha determinato l’evaporazione di quasi 140 miliardi di dollari di capitalizzazione.