Dall’inizio del contagio da coronavirus, la birra Corona ha perso 160 milioni. Ma non è come sembra

Categorie: Fact Checking

Il CEO della società ha detto che la Cina era uno dei mercati più floridi prima dell'esplosione del virus

Se vi siete imbattuti in alcuni titoli acchiappaclick, anche da parte di testate internazionali (un esempio, l’Independent: perché l’abitudine è diffusa anche oltre Manica), è bene che acquisiate anche queste informazioni in merito alla relazione tra il calo delle vendite della Birra Corona e lo scoppio dell’epidemia del coronavirus. Nell’ultimo quadrimestre – il peggiore da 10 anni a questa parte per l’azienda – il gruppo Anheuser-Busch In Bev (che possiede diversi marchi di birra: oltre alla Corona, anche Budweiser, Stella Artois e Beck’s) ha fatto registrare una contrazione di circa 160 milioni di dollari.



LEGGI ANCHE > Coronavirus, la mappa dei contagi in Italia

Birra Corona e Coronavirus, la connessione

Il tutto, secondo quanto riportato da alcune fonti interne all’azienda, legato allo scoppio dell’epidemia in Cina. Ma attenzione: non c’è nessuna connessione tra il nome della birra Corona e la paura da coronavirus. Innanzitutto, perché le perdite riguardano l’intero gruppo e poi perché il mercato cinese era uno dei più floridi. La contrazione, al massimo, si è registrata in seguito a una diminuzione delle uscite da parte dei cittadini cinesi, che hanno smesso di frequentare locali, birrerie e ristoranti. Causando, per questo, anche la diminuzione del consumo di questo tipo di bevande.



Troppo ghiotta l’associazione Corona-coronavirus per essere sfuggita ai titolisti, dunque. Ma il nome, in questo caso, c’entra poco. Quella dell’azienda che produce la Corona è la storia di tante aziende che hanno da sempre legato i propri profitti all’esportazione, anche in paesi come la Cina. Carlos Brito, amministratore delegato del gruppo, ha ammesso: «La nostra attività riguarda in prevalenza i ristoranti, i locali della vita notturna, è collegata all’uscire con gli amici. Per questo abbiamo registrato un calo: quando tutto tornerà alla normalità, ci prepareremo per l’impennata. Guardando al futuro, siamo determinati a guidare la crescita attraverso la centralità del consumatore, l’eccellenza operativa e l’innovazione».

Tuttavia, la crisi dell’ultimo quadrimestre del gruppo ha avuto comunque delle conseguenze sulla gestione aziendale: la contrazione ha fatto abbassare i bonus ai manager del gruppo. Ma resta comunque l’ottimismo tra gli addetti ai lavori.