La grande confusione sul ruolo di Bikinioff in due casi di cronaca avvenuti nei dintorni di Roma

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Si tendono ad attribuire alla stessa applicazioni fattispecie completamente diverse, ma - per correttezza - occorre distinguere le due circostanze

Quando c’è una moda del momento, la stampa non esita a parlarne. Anche rischiando di forzare il racconto di alcuni episodi e – di conseguenza – minando la fiducia del lettore. Oggi, infatti, sembra che tutti i casi di cronaca recentemente verificatisi in Italia e che riguardano la diffusione di foto cosiddette deepnude siano imputabili al nuovo bot Bikinioff. Ma in realtà non è così: c’è molta confusione a riguardo e c’è anche poca consapevolezza in chi scrive, come ha dimostrato il racconto di due casi distinti in cui Bikinioff e cronaca si sono incrociati. Entrambi si sono verificati nei dintorni di Roma.



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Bikinioff e cronaca, grande è la confusione sotto il cielo

In modo particolare, il Corriere della Sera ha parlato di un caso riguardante tre ragazzini (di cui soltanto due imputabili per motivi di età) che, nello scorso mese di agosto, avrebbero conosciuto una coetanea, sarebbero andati sul suo profilo Instagram e avrebbero scaricato delle sue foto in costume. Il Corriere continua in questo modo: «Subito pensano a vedere come sarebbe nuda. E per farlo ricorrono all’app Bikinioff. Pochi istanti, quel costume non c’è più. La ragazza è nuda». Segue il dettaglio del procedimento, fino ad arrivare al racconto dell’archiviazione del gip su richiesta del pubblico ministero. A questo proposito, il Corriere della Sera ha anche dedicato alcuni articoli di approfondimento a Bikinioff e agli effetti che questo sistema basato sull’intelligenza artificiale può avere sui minori.



Peccato che l’applicazione di questo caso specifico non poteva mai essere Bikinioff. Come abbiamo analizzato nel primo articolo del nostro monografico di oggi, infatti, si tratta di un sistema – anche questo si appoggia a un bot Telegram – che è stato diffuso per la prima volta a partire dal 7 febbraio 2023, data di pubblicazione del dominio bikinioff.net e del primo messaggio pubblicato nel canale Telegram dedicato. I fatti che vengono raccontati sul sito del Corriere della Sera, invece, risalgono all’agosto del 2022, quando questo bot non era ancora disponibile. L’avvocato Paolo Ingratta, che ha seguito la difesa dei ragazzi accusati di aver utilizzato queste immagini, lo ha confermato a Giornalettismo. Bikinioff non è l’unico sistema che serve a generare foto deepnude (proprio DeepNude, ad esempio, è il nome di un’altra piattaforma di questo genere) e che si appoggia a Telegram. E – soprattutto – il problema della diffusione di immagini fake di questo tipo non nasce certamente nel 2023, con la contemporanea diffusione di Bikinioff.

L’altro caso di cronaca in provincia di Roma e il ruolo di Bikinioff

Quest’ultimo sistema basato sull’intelligenza artificiale, invece, potrebbe essere all’origine di un altro fatto di cronaca – che viene esaminato in questi giorni – e che è stato segnalato in riferimento a quanto accaduto in una scuola media in provincia di Roma. Le vittime, in questo caso, sarebbero ben cinque e – a quanto pare – la diffusione delle immagini (risalente a una quindicina di giorni fa) sarebbe avvenuta su varie chat WhatsApp e non soltanto in un conversazioni private (come, invece, è avvenuto nel caso raccontato dal Corriere della Sera). Questo fatto di cronaca ha attirato l’attenzione anche del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, che ha espresso recentemente posizione in merito.



Tuttavia, anche il garante dell’Infanzia della Regione Lazio fa riferimento a segnalazioni che arrivano sin dal mese di dicembre e che, quindi, verosimilmente non riguardano soltanto Bikinioff (anche se la sua diffusione molto recente ha sicuramente causato una maggiore emulazione tra i giovani), ma anche altri sistemi che generano immagini deepnude. E che, purtroppo, sono sempre più accessibili ai minori.