Chi sono quelli di Crystal Future OÜ, l’azienda che ha inventato Bikinioff in Estonia

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Molte più ombri che luci intorno alla storia della società il cui nome compare al fianco del sito ufficiale della chatbot

Nella questione Bikinioff, lo sfondo appare essere molto sfocato. Chi ha creato, pubblicato e diffuso questo bot su Telegram? Qualche indizio arriva direttamente dalla pagina web in cui c’è il rimando al canale bot nell’app di messaggistica istantanea. Perché è lì che compare un nome, lo stesso a cui si fa riferimento all’interno del documenti “User agreement“.



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Proviamo a partire dall’inizio. Nel tentativo di comprendere la genesi che ha portato alla nascita del bot Telegram Bikinioff ci siamo imbattuti nel disclaimer presente nella parte inferiore del sito (che poi rimanda proprio al canale bot sull’app di messaggistica istantanea). E lì compare il nome del “copyright”, attribuito alla Crystal Future OÜ.



«© Bikinioff 2023. Tutti i diritti sono riservati. Crystal Future OÜ Harju maakond, Tallin, Kesklinna linnaosa, Pikk tn 7-5, 10123». Si tratta, dunque, dei riferimenti dell’azienda che amministra il servizio della piattaforma (quindi anche del bot Telegram) di cui si sta tanto parlando in questi giorni. Questo nome ricorre anche all’inizio del documento denominato “User agreement” riportato in calce al sito:



«Crystal Future OÜ, in qualità di amministratore del servizio BikiniOff, adotta il presente Accordo per gli utenti che specifica i diritti e gli obblighi degli utenti e costituisce un accordo legalmente vincolante per entrambe le parti. Il presente Accordo utente riguarda i diritti degli Utenti e impone alcuni obblighi durante l’utilizzo del Sito web, pertanto gli Utenti devono leggerlo attentamente».

Dunque, appare evidente che la titolarità del portale sia in testa a questa azienda che ha dei contorni con più ombre che luci.

Bikinioff, Crystal Future OÜ l’azienda che l’ha inventato

Si tratta, come dichiarato, di un’azienda registrata in Estonia nata il 3 febbraio del 2017 con un capitale sociale dichiarato di 2.500 euro. Nelle nostre indagini online siamo riusciti a risalire ad alcuni dettagli. Innanzitutto, dal sito web ufficiale di Crystal Future OÜ emerge un dettaglio non da poco: nessun riferimento all’azienda, ma una homepage che presenta solamente una serie di loghi a mo’ di link.

Si tratta di portali (compreso un marketplace) di “notizie” relative ad alcuni videogame “sparatutto” disponibili su diverse piattaforme. Non siti ufficiali. Anzi, come si evince dalle descrizioni similari presenti sui siti relativi a CSGO e Dota2:

«Sfortunatamente non possiamo aiutarti con i tuoi problemi di gioco, bug e inoltre non possiamo vietare gli imbroglioni o aiutarti a risolvere i problemi di avvio del gioco. Siamo il portale informativo e facciamo del nostro meglio per fornirti informazioni pertinenti sul gioco, ecco perché ti preghiamo di non inviarci e-mail con tali richieste». 

Dunque, si tratta di portali “fan”. Ma non è un caso che nel 2018 la PUBG Corporation vinse un ricorso presentato nei confronti della Crystal Future OÜ per l’appropriazione indebita di un dominio online (pubg.com) relativa al videogioco PlayerUnknown’s Battlegrounds. L’azienda estone, infatti, aveva registrato quel nome per una “pagina fan”. Insomma, uno stratagemma (anche se all’interno era spiegato, come nei due casi citati poco fa, che non si trattava del portale ufficiale) per veicolare su quei siti il pubblico.

La figura di Theodotos Kapsis

All’interno del suddetto arbitrato, compare il nome dell’unica figura legata a Crystal Future OÜ: Theodotos Kapsis. Si tratta del fondatore e imprenditore che, sempre nel 2017, diede vita (prima di cederla il 30 gennaio del 2020) alla Fintech Solutions OÜ. Tornando, però, ai riferimenti a Bikinioff, emerge un’altra questione: oltre a non esser noto il numero di dipendenti all’interno dell’azienda madre, su Linkedin si trovano solamente due nomi di persone che hanno lavorato per quella società.