Il Fatto dice che la “bestemmia” della Casellati è stata censurata dal resoconto stenografico

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Maria Elisabetta Alberti Casellati si è lasciata scappare una 'bestemmia' in Senato. Perché nessuno ne ha parlato?

Perché il resoconto stenografico del Senato – come riporta Il Fatto Quotidiano – ha censurato la ‘bestemmia‘ di Maria Elisabetta Alberti Casellati? E perché le agenzie di stampa l’hanno ignorata? Che una carica istituzionale come la presidente del Senato perda le staffe e si lasci andare a un’imprecazione (perDio) fa notizia. Aggiungiamoci anche che Casellati la scorsa settimana aveva scortato in elicottero la Statua di Sant’Antonio a Padova per rimanere piuttosto basiti. Ma la ‘bestemmia’ non è sfuggita ai principali siti dei giornali, che hanno riportato la notizia con tanto di video originale, in cui si sente chiaramente la Casellati mentre sbotta contro gli assistenti parlamentari: «In questa Aula è vietato fare fotografie, mi dicono che c’è chi sta facendo dirette. È vietato. Siete qui a fare i pupazzi o volete parlare? PerDio!».



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Ma riavvolgiamo il nastro per capire cosa ha portato Maria Elisabetta Alberti Casellati a perdere le staffe. Ieri è stato ripetuto il voto di fiducia sul dl elezioni, dopo il pasticcio della giornata precedente, quando non era stato raggiunto il numero minimo per dare il via libera al voto. A inizio seduta, qualche senatore ha iniziato a fare foto e video con il proprio smartphone dai banchi di Palazzo Madama, gesto vietato secondo il regolamento. Da qui le grida della Casellati, che ha sbottato contro gli assistenti parlamentari, lasciandosi andare anche a una ‘bestemmia’: «In questa Aula è vietato fare fotografie, mi dicono che c’è chi sta facendo dirette. È vietato. Siete qui a fare i pupazzi o volete parlare? PerDio!», ha detto la presidente.



In serata è arrivato l’inevitabile chiarimento, attraverso una nota: «Il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, alla luce della ricostruzione sulle parole pronunciate durante la giornata parlamentare di oggi, ha incontrato tutte le rappresentanze sindacali degli assistenti parlamentari. Ha inteso con ciò manifestare l’apprezzamento per la professionalità e l’attività svolta dall’intera categoria e dai dipendenti tutti. Le rappresentanze sindacali, nel prendere atto e nel riconoscere che le parole usate dal Presidente non volevano avere alcuna valenza offensiva nei loro confronti, hanno espresso un vivo ringraziamento per la rapida e gradita riunione».