Beppe Grillo è tornato ad avere il 4%

29/01/2019 di Redazione

Il 4% è un dato che Beppe Grillo non vedeva dal lontano 2009. Quando, cioè, per la prima volta candidò il Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali in Piemonte, ottenendo appunto questo risultato (ma risultando comunque decisivo per l’assegnazione della carica). Ieri, a distanza ormai di dieci anni, lo spettro del 4% torna ad agitarsi sul fondatore del partito che – alle ultime elezioni – ha ottenuto la maggioranza relativa, sfondando la soglia del 30% e attestandosi al 32%.

Beppe Grillo e il deludente risultato della prima serata di Raidue

Non si tratta di un risultato politico, questa volta, ma dello share della trasmissione C’è Grillo andata in onda su Raidue per volontà di Carlo Freccero, direttore di rete. Quest’ultimo si è battuto fortemente per assegnare uno spazio in prima serata al comico genovese, riproponendo dei vecchi sketch televisivi, in una sorta di collage che puntava a mettere insieme tutti i passaggi più controversi di Beppe Grillo quando lavorava in Rai.

I telespettatori, tuttavia, non lo hanno premiato. Il dato dello share è il più basso tra i sei principali competitors. C’è Grillo è stato superato anche da Presadiretta e da Quarta Repubblica, i talk show di informazione di Raitre e di Rete4. Inoltre, si tratta del lunedì con il dato più basso in assoluto per Raidue da quanto a dirigere la rete è tornato Carlo Freccero.

Le polemiche sulla trasmissione C’è Grillo

Il Partito Democratico ha chiesto conto al direttore di rete di questa scelta e, con il parlamentare Michele Anzaldi, ne ha anche chiesto le dimissioni. Nei giorni scorsi, sempre il Partito Democratico aveva sollevato la polemica dei 30mila euro di diritti d’immagine da versare all’agente di Beppe Grillo per gli spezzoni della tv pubblica riproposti il 28 gennaio in prima serata. E c’era stata ironia diffusa circa la battaglia del Movimento 5 Stelle di volere i partiti fuori dalla Rai. Ovviamente, prima di assegnare al fondatore del Movimento uno spazio in prima serata.

Il 4% è un dato deludente: il pubblico che ha seguito di più la trasmissione può essere collocato nella fascia d’età più anziana. Al sud, le sintonizzazioni su C’è Grillo sono state praticamente irrilevanti. Se nel 2009 quel dato rappresentava l’inizio di un qualcosa di nuovo, oggi questo stesso dato costituisce – forse – il tramonto irreversibile del comico genovese. E segnala anche la sempre più netta divisione tra il partito e il suo fondatore. Incomunicabilità tra quello che c’era prima e quello che c’è adesso.

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