La discussione a Chiampo sulla “bellezza italiana” di Maty Fall Diba scelta per la copertina di Vogue
10/02/2020 di Gaia Mellone

Quando Vogue ha scelto Maty Fall Diba per la sua copertina con il titolo «italian beauty», nella provincia di Vicenza si è scatenato un putiferio. Da un lato, il sindaco di Chiampo, città dove Diba è residente e cresciuta, che festeggia il successo della cittadina, dall’altra Daniele Beschin, consigliere comunale leghista, che pur apprezzando la bellezza della ragazza non la definisce una bellezza «italiana».
La discussione a Chiampo sulla “bellezza italiana” di Maty Fall Diba scelta per la copertina di Vogue
La querelle comincia sotto il post pubblicato dal sindaco di Chiampo Matteo Macilotti: «Una bellezza italiana, ma soprattutto una bellezza chiampese!! Orgoglioso di te Maty!!» scrive pubblicando l’immagine della copertina di Vogue che ritrae Maty Fall Diba, ragazza nata in Senegal e trasferitasi a Chiampo dove lavora il padre all’età di 9 anni, diventata poi cittadina italiana a 18 anni.
E tra i tanti commenti di congratulazioni, spunta quello di Daniele Beschin, consigliere comunale della Lega. «Una gran bella ragazza. Da lì dire che è una bellezza tutta italiana ce ne passa» scrive il leghista dicendo a Macilotti di aver «toppato in pieno». « Una gran bella ragazza dunque, meritevole di una copertina così importante, ma è una bellissima senegalese così come ci sono le bellissime ragazze italiane, svedesi, cinesi e brasiliane» spiega ancora Beschin lamentando un politicamente corretto che «ci ha portato anche a perdere completamente di vista il buonsenso e la realtà di cose». Commenti a cui lo stesso sindaco, così come altri utenti, hanno risposto accusandolo di essere razzista. Ma Beschin continua a difendere la sua posizione, con argomenti come, per scegliere quello più gettonato, «Monica Bellucci va in Cina e ottiene la cittadinanza cinese. Qualcuno si sognerebbe di dire che ha una bellezza tipica di Pechino?».
Fatto sta che le parole e i toni utilizzati dal consigliere leghista sono stati bacchettati anche dal commissario Lega della Provincia di Vicenza Matteo Celebron: «Beschin non rappresenta né la Lega né i suoi valori». «Chi giudica le persone dal colore della pelle è ignorante e non rappresenta i valori della Lega – continua Celebron- Il colore della pelle non deve essere una discriminante né causa di beceri commenti». Infine Celebron ribadisce che è necessario «denunciare questi comportamenti volgari e razzisti che nulla hanno a che spartire con il nostro movimento, con la storia delle nostra regione e della provincia».
La difesa di Beschin: «Cercate razzismo dove non c’è»
Una condanna è giunta anche dall’ex sindaco di Vicenza e sottosegretario al ministero dell’Interno Achille Variati e daStefano Fracasso, capogruppo del Pd nel consiglio regionale veneto. Attacchi a cui Beschin ha risposto sostenendo che gli sono state attribuite parole «mai dette». In un comunicato stampa ufficiale scrive: «Non capisco l’ipocrisia diffusa di tantissime persone che si ergono a paladine dei diritti e ne negano uno di fondamentale: il diritto al rispetto della diversità. Cercate razzismo dove non c’è, cercate il marcio dove non c’è. La diversità è qualcosa di naturale, di bello, non è qualcosa da cui scappare, bensì da scoprire, conoscere e valorizzare. È essere se stessi, è cercare ed affermare la propria autenticità. Valore che si sta perdendo in un mondo che sta facendo della omologazione a tutti i costi uno dei suoi limiti più grandi».
(Credits immagine di copertina: Facebook Matteo Macilotti, Lele Beschin)