Di verde, ormai, in Basilicata restano solo le cime del monte Pollino. E quando tra qualche settimana scenderà la neve, non resteranno verdi nemmeno più quelle. Da mercoledì, dopo l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, la regione del sud entrerà a far parte della fascia arancione, quella immediatamente precedente al lockdown più completo, quella che prevede divieti di spostamenti tra comuni, chiusura dei locali come bar e ristoranti, autocertificazioni per andare a lavorare o per potersi curare in ospedale. Eppure, solo cinque giorni fa, l’assessore Gianni Rosa – che evidentemente aveva il polso della situazione – esultava per la tenuta del sistema sanitario lucano e per la «Basilicata zona verde».
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L’assessore all’Ambiente, in quota Fratelli d’Italia, aveva scritto il 4 novembre (all’indomani delle prime indiscrezioni sul dpcm del presidente del Consiglio che ha diviso il Paese in aree, a seconda della gravità del contagio): «Basilicata zona verde. Nonostante il terrorismo di certa stampa e le polemiche di certa politica, la Basilicata è zona verde. Non abbiamo mai abbassato la guardia. Abbiamo un Presidente che si è messo in prima linea nella battaglia contro il Covid. Abbiamo una struttura sanitaria che, sebbene abbia problemi atavici, regge con lo sforzo di tutti».
Poi, seguivano i ringraziamenti di rito al generale Vito Bardi (presidente della regione) e a tutta la classe dirigente che – secondo lo stesso Rosa – stava «lavorando bene». Com’è noto, la Basilicata non è mai stata zona verde, dal momento che questa dicitura per le regioni semplicemente non è mai esistita. Lo aveva specificato Giuseppe Conte nella sua conferenza stampa che aveva accompagnato il dpcm, invitando a mantenere alta la guardia.
Inoltre, esultare per la situazione in regione sembrava quantomeno inappropriato: tra casi significativi nelle RSA, un aumento dei contagi che nell’ultima settimana ha sfiorato le duemila unità e i focolai negli istituti scolastici la Basilicata è stata una delle regioni che più ha preoccupato l’esecutivo per l’andamento recente dell’epidemia. Questa preoccupazione si è trasformata nell’adozione delle misure da zona arancione dall’11 novembre. Eppure, quattro giorni fa, la classe dirigente lucana sosteneva che tutto stesse andando per il verso giusto.