Balotelli: «Chi nega l’evidenza non è un vero uomo»

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L'attaccante del Brescia torna sui cori razzisti contro di lui e attacca chi ha fatto finta di non averli uditi

I video che sono arrivati dallo stadio Bentegodi di Verona hanno negato quella leggera sordità che ha colpito diversi esponenti del mondo pallonaro e della politica. Durante il match tra gli scaligeri e il Brescia, Mario Balotelli è stato oggetto di cori discriminatori e buu razzisti da parte di alcuni tifosi dell’Hellas. Un continuo vociare volgare che ha provato la giusta reazione stizzita dell’attaccante italiano che ha deciso di fermare il gioco calciando il pallone in direzione della Curva dei sostenitori gialloblu. Un gesto simbolico che ha ricordato quanto fatto da Kevin Prince Boateng qualche anno fa, durante quell’amichevole tra il suo Milan e il Pro Patria. Era il 3 gennaio 2013 e, a quasi sette anni di distanza, le cose non solo non sono cambiate, ma sembrano essere peggiorate decisamente.



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A far da corollario a questa ennesima triste pagina di calcio-vergogna, ci sono state anche le dichiarazioni nell’immediato post-partita sia da parte dell’allenatore del Verona, sia dal presidente dello stesso club scaligero che sono subito corsi in difesa dei tifosi (lo avevano già fatto in passato con alcuni tweet imbarazzanti che negavano l’evidenza) dicendo di non aver ascoltato nulla di tutto ciò durante i novanta minuti. Ma i video e le immagini palesano questa leggera sordità mentale che li ha spinti alla negazione di fatti acclarati. E proprio a loro (e a qualche politico che, ovviamente, ha voluto prendere le parti di questi non-tifosi veronesi) Mario Balotelli ha dedicato un pensiero su Instagram.



 



Balotelli replica a chi nega i cori razzisti

Nel post si mostra il video nel momento in cui la sua frustrazione per i continui ululati razzisti contro di lui. Si sentono chiaramente i versi da scimmia che, alcune persone, hanno provato a negare nonostante fossero acclarati e certificati. E a loro ha rivolto anche una Instagram Stories in cui ripete lo stesso concetto: «Chi nega, non è un vero uomo».

Il football horror show del pallone italico

Il fine settimana calcistico ha “regalato” altri momenti di discriminazione. Si era partiti sabato, con il matche tra Roma e Napoli all’Olimpico dove l’arbitro Rocchi è stato costretto a interrompere la partita per colpa dei cori contro la città partenopea e i suoi cittadini (il classico “Lavali col fuoco”). La deriva è proseguita con il comportamento di alcuni tifosi del Verona contro Balotelli e poi è arrivata al triste epilogo nella serata di San Siro dove qualche benpensante ha voluto omaggiare i sostenitori della Lazio, arrivati a Milano per il match con i rossoneri, con cori del tipo: “Romano bastardo” ed “E le romane, puttane, puttane, puttane“. Ovviamente, si tratta di una minoranza e non si può generalizzare. Ma l’onestà individuale deve portare tutti a una riflessione su quanto accade ogni maledetta domenica (ma anche mlunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato). Negare l’evidenza non cancella la vergogna.

 

 

(foto di copertina: ANSA/FERMO IMMAGINE SKY SPORT + post Instagram di Mario Balotelli)