Davvero dentro al team di Google c’è qualcuno che – nel corso della sua carriera – non ha fatto altro che lavorare con Babbo Natale e con il suo tracciamento sulla mappa terrestre? Sì. Quella persona si chiama Dave Holmes e, quando ha iniziato a lavorare a Google quasi dieci anni fa, non poteva sapere su quanti progetti avrebbe lavorato o quali sarebbero stati quelli che avrebbe contribuito sin dal principio a costruire.
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La storia di Babbo Natale affonda le sue radici tanti e tantissimi anni fa, ma nel suo cammino ed evoluzione nel corso del tempo ha incontrato Google soltanto nel 2004, quando l’azienda ha acquisito un software per la mappatura e allora ci si è chiesti: in questa mappa, possiamo anche mettere il volo di Babbo Natale? Evidentemente, visto che oggi il tracker è ben più che sperimentale, la risposta a quella domanda immaginiamo sarà stata un bel perché no. Dal 2004, come riportato nel blog di Google, è stato un progetto importante per l’azienda. Chi si occupa del progetto è un piccolo team di base dedicato a Babbo Natale, a cui si aggiungo circa 20 Googler volontari per aiutare a realizzarlo ogni anno, ed è diventato un vero sforzo della comunità.
Dave Holmes sostiene che tutto quello che ha imparato a Google, l’ha imparato da Babbo Natale: «abbiamo capito come fare tante cose diverse grazie a Santa Tracker – come costruire cose, come lanciare cose, come rendere le cose accessibili, come migliorare il web design, come ottimizzare gli strumenti». E quelle lezioni sono andate a beneficio di altre aree di Google, come i Doodle e le applicazioni che gli sviluppatori creano per eventi come Google I/O. L’anno scorso e quest’anno – sul sito santatracker.google.com – Babbo Natale indossa una mascherina chirurgica, in linea con quanto richiedono le misure di prevenzione per il contenimento del covid, con lo scopo di proteggere se stesso e gli altri.
Per Dave Holmes, dal punto di vista della tecnologia, uno degli aspetti più interessanti del tracciamento di Babbo Natale è l’integrazione con Google Assistant, grazie alla quale le persone possono chiedere di ascoltare storie sul viaggio di Babbo Natale. Tra tutti i bambini che ascolteranno quelle storie, però, uno tra loro risulta più «privilegiato»: può sentire i racconti direttamente dal suo papà – Dave Holmes – che ama poter dire al figlio che lavora con Babbo Natale.