«Stop alle autonomie»: Di Maio e il M5S ora vogliono incassare, dopo il no al processo a Salvini
19/02/2019 di Redazione
La vittoria del fronte dei contrari al processo a Matteo Salvini alle votazione M5S non interromperà certamente il braccio di ferro della maggioranza di governo M5S-Lega sui punti di programma da attuare. Dopo lo stop sulla piattaforma Rousseau all’autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega (accusato di sequestro di persona aggravato dal Tribunale dei ministri di Catania per aver bloccato per giorni la scorsa estate 177 migranti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera) i pentastellati e il loro capo politico Luigi Di Maio sono intenzionati a chiedere lo stop alla legge che porta all’autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, un progetto molto caro alla Lega.
Dopo il no al processo a Salvini, Di Maio e M5s temono le autonomie
«Non possiamo permettercela ora», è un virgolettato del ministro del Lavoro riportato dal quotidiano La Stampa (articolo di Ilario Lombardo), che racconta gli umori nel Movimento 5 Stelle segnalando il timore di ulteriori cedimenti alla Lega. I pentastellati temono in particolare che con il via libera alle autonomia possa crescere eccessivamente il malcontento interno nelle regioni del Sud e in particolare in Puglia e in Campania, e sostengono che un ulteriore concessione agli alleati del Carroccio non convenga «nemmeno a Salvini». Per il suo progetto sovranista, si ragiona in casa M5S, al vicepremier leghista «servono i voti del Mezzogiorno».
Repubblica (articolo di Annalisa Cuzzocrea) spiega intanto che il pegno da pagare dalla Lega per lo stop al processo a Salvini deciso dal Movimento potrebbe essere un congelamento del progetto delle autonomie regionali fino a dopo le Elezioni Europee. Ma i pentastellati vorrebbero anche cambiarlo in quattro punti fondamentali come scuola, trasporti, ambiente ed economia. Su questo aspetto Di Maio avrebbe chiesto a Salvini un faccia a faccia, previsto per oggi.
(Foto di copertina da archivio Ansa: Il premier Giuseppe Conte e il vicepremier Luigi Di Maio nello stabilimento Leonardo di Pomigliano d’Arco, Napoli. Credit immagine: ANSA / CIRO FUSCO)