Aia. Anche se non si scrive così, al suono può apparire come la classica esclamazione di dolore dopo un urto. E così è stato, anche se si fa riferimento all’Associazione italiana Arbitri. Nella consueta conferenza stampa di fine stagione, il designatore Gianluca Rocchi ha diffuso l’audio delle comunicazioni tra la sala Var e il direttore di gara in campo sul gol del laziale Acerbi nel corso del match di Serie A tra Spezia e Lazio. Una rete segnata in palese ed evidente fuorigioco che stava per esser certificato dalla tecnologia a supporto degli arbitri. Ma l’uomo, in questo caso, ha voluto prendere il sopravvento sul supporto tecnologico vanificandone l’esistenza.
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L’episodio in questione ha sollevato moltissime polemiche. Perché si trattava di una valutazione oggettiva e senza possibilità di interpretazioni: il fuorigioco, infatti, si delinea tracciando delle linee perpendicolari sul campo che non ammettono l’errore. E così stava accadendo, ma qualcosa è andato storto.
Gianluca Rocchi ha deciso di trasmettere (nella conferenza in streaming su YouTube), in un’operazione di trasparenza, quelle comunicazioni tra l’arbitro di campo – Luca Pairetto – e la sala Var guidata da Luigi Nasca. E lì si sentono le parole e le vedono le immagini che stavano scorrendo sugli schermi dedicati al supporto tecnologico alla direzione di gara.
Dalla sala Var si chiede a Pairetto di prendere tempo perché si stava valutando la posizione di fuorigioco del giocatore della Lazio. Poi, a un certo punto, il gioco riprendere senza “autorizzazione”. Una decisione autonoma del direttore di gara che viene riassunta in queste parole gridate da chi era addetto all’utilizzo della tecnologia: «Caz*o, perché ha ripreso, Luca ferma, ferma, ferma». Ma quel Luca (Pairetto) non si è fermata e la partita è stata decisa da un gol decisivo (siglato al 90esimo minuto) che ha fissato il punteggio finale tra Spezia e Lazio sul 3-4, con i biancocelesti che conquistarono i tre punti decisivi anche per la qualificazione alla prossima Europa League.
E dopo l’audio var gol Acerbi, lo stesso designatore degli arbitri di Serie A e B si è lasciato andare a un commento laconico: «Ci fa male spiegare questo episodio, si fa fatica a farlo. Si tratta di un corto circuito comunicativo, da questo episodio ho iniziato a domandarmi su cosa fare per evitare un errore del genere. Ho sospeso tutti e sei perché non è accettabile, né che l’arbitro riprenda il gioco, né che il var glielo permetta e né che gli assistenti non dicano niente. Qui il check non è stato preso in considerazione». La tecnologia non stava sbagliando. L’errore è stato commesso dagli uomini.
(Foto IPP/Alfonso Cannavacciuolo)