Come ATS Milano ti invia un sms per dirti che sei positivo al Covid, ma poi si scusa per l’errore

Categorie: Attualità

È successo tra il 25 e il 26 maggio

Devono essere state 24 ore difficili quelle delle persone che, nella giornata del 25 maggio, hanno ricevuto un sms direttamente da ATS Milano, l’azienda sanitaria della provincia del capoluogo lombardo, che comunicava loro la positività al coronavirus. Un messaggio arrivato via cellulare, una prassi che – lo ricordiamo – risulta essere regolamentata anche dalle leggi sulla privacy, perché il garante prevede che in casi estremi come l’emergenza sanitaria, i cittadini possano essere informati dalle amministrazioni pubbliche direttamente attraverso i propri contatti personali.



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ATS Milano, l’sms che comunicava la positività di alcuni pazienti e l’errore

Nell’sms inviato ad alcune persone della provincia di Milano, quindi, si leggeva: «ATS Milano. Gentile Sig/Sig.ra lei risulta contatto di caso di Coronavirus. Le raccomandiamo di rimanere isolato al suo domicilio, limitare il contatto con i conviventi e misurare la febbre ogni giorno. Se è un operatore sanitario si attenga alle indicazioni della sua Azienda».



Insomma, qualcuno deve aver pensato a uno scherzo nella migliore delle ipotesi. Tuttavia, dopo le segnalazioni che sono arrivate ad ATS Milano per una richiesta di spiegazione da parte delle persone che avevano ricevuto questo messaggio, l’ente ha provveduto a una rettifica, rilasciando un messaggio sul proprio sito web.

Il messaggio comparso sul sito di ATS Milano

«Per un errore informatico, alcuni assistiti hanno ricevuto nella serata di lunedì 25/05 un SMS che riportava il testo seguente: “ATS Milano. Gentile Sig/Sig.ra lei risulta contatto di caso di Coronavirus. Le raccomandiamo di rimanere isolato al suo domicilio, limitare il contatto con i conviventi e misurare la febbre ogni giorno. Se è un operatore sanitario si attenga alle indicazioni della sua Azienda”. Agli interessati è stato inviato un ulteriore SMS di rettifica nella giornata di martedì 26/05».



Ci si chiede come sia possibile che, a causa di un presunto errore informatico (che sembra essere la locuzione preferita per spiegare qualsiasi cosa, anche se questa volta non ci si è spinti a definire questo errore ‘un attacco hacker’ – altra locuzione preferita in circostanze come queste), l’ente che sul territorio dovrebbe gestire con attenzione e come primo intervento l’emergenza coronavirus abbia potuto inoltrare una comunicazione del genere, allarmante e fuorviante.