Il ruolo dei social network nell’organizzazione dell’assalto al parlamento in Brasile

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I contenuti sono abbastanza espliciti e molti tuttora visibili. Non solo le applicazioni di messaggistica istantanea ma tutte le piattaforme di social network più conosciute sono state utilizzate per scopi precisi

I sostenitori dell’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro che domenica 8 gennaio hanno assaltato la sede del parlamento, della Corte suprema e dell’ufficio presidenziale a Brasilia, capitale del Brasile, hanno utilizzato i principali social network per organizzare le proteste delle ultime settimane e l’assalto di domenica. Le applicazioni di messaggistica come Telegram e WhatsApp sono state rilevanti soprattutto per organizzare gli spostamenti di migliaia di persone verso la capitale ma ognuno dei social network più noti, compresi Twitter e TikTok, ha svolto un ruolo specifico.



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Come è stato organizzato l’assalto al parlamento in Brasile? Non solo applicazioni di messaggistica istantanea

Bolsonaro ha perso nel ballottaggio delle elezioni presidenziali di ottobre 2022 contro Luiz Inácio Lula da Silva, che è l’attuale presidente del Brasile. Bolsonaro già nel corso della campagna elettorale aveva lasciato intendere che non avrebbe accettato una sconfitta e infatti aveva contestato i risultati delle elezioni. Di conseguenza, molti dei suoi sostenitori hanno iniziato a protestare e a compiere alcuni atti di vandalismo e di disturbo nel Paese, organizzandosi tra loro sui social network. L’agenzia di stampa brasiliana Lupa ha spiegato che WhatsApp è stato utilizzato per diffondere informazioni su come raggiungere i luoghi in cui si stavano concentrando le proteste e dove si stava preparando l’assalto di domenica. Anche YouTube è stato utilizzato per gli stessi scopi: alcune trasmissioni in diretta (live) dimostrano che sabato, la sera prima dell’assalto, centinaia di persone erano accampate nei pressi del parlamento e domenica mattina, in altre trasmissioni in diretta, i manifestanti chiedevano donazioni. In una e-mail ottenuta da Lupa, YouTube ha dichiarato che sta rimuovendo i contenuti che violano le norme della piattaforma, inclusi i «live streaming e video che incitano alla violenza».



Telegram è stato utilizzato invece per organizzare i cosiddetti “carri della libertà”, degli autobus gratuiti per trasportare le persone verso Brasilia, dove avrebbero preso parte alle proteste seguendo le indicazioni che ricevevano sui vari gruppi. Su altri social, in particolare Twitter, si è diffuso l’hashtag che faceva riferimento a una “festa da selma“, riferito forse all’occupazione degli edifici istituzionali. In realtà il termine esatto sarebbe “selva”, che in Brasile è un grido di guerra usato in ambito militare, ma la parola è stata sostituita sui social per evitare la censura.

Un’indagine di Aos Fatos, un sito Web brasiliano specializzato nel fact-checking, ha dimostrato che i messaggi che incitavano all’assalto degli edifici istituzionali sono stati diffusi sui social a partire dal 3 gennaio e che molti di questi contenuti sono tuttora visibili. Aos Fatos ha trovato dei messaggi inviati su WhatsApp che invitavano i «proprietari di armi» a partecipare mentre un video pubblicato il 3 gennaio su Kwai, un social network simile a TikTok, invitava gli utenti a prendere parte a «un’azione di massa». Il giorno dell’assalto il video contava più di 10mila visualizzazioni.



Si tratta nella maggior parte dei casi di contenuti particolarmente espliciti ed estremisti e le principali piattaforme di social network hanno delle politiche che vietano la pubblicazione e condivisione di contenuti simili. Tuttavia, questi contenuti sono stati visualizzati da migliaia di persone e in molti casi le società che gestiscono le piattaforme tardano a rimuoverli. Melissa Ingle, data scientist ed ex dipendente di Twitter che si occupava della moderazione di contenuti politici, ha spiegato in un thread su Twitter e in un’intervista che una corretta moderazione dei contenuti forse non aiuterebbe a prevenire eventi di questo genere ma senza moderazione le cose potrebbero senz’altro peggiorare. Ingle ha spiegato che il team di moderazione dei contenuti prestava «maggiore attenzione a un Paese quando le elezioni si stavano avvicinando» e che gli algoritmi erano fondamentali per gestire la grande quantità di tweet in casi come questo.