Il direttore dell’Istituto Mario Negri sugli asintomatici: «Quelli di marzo non sono quelli di ora»

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Stando alle parole del direttore dell'Istituto Mario Negri gli asintomatici di marzo potrebbero essere diversi da quelli di adesso

La questione della rilevanza degli asintomatici continua a far parlare esperti e non – con Bolsonaro che l’ha sfruttata affermando che il contenimento è più dannoso del virus – e oggi è intervenuto in merito anche il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”. Tra le varie considerazioni fatte a Cartabianca su Rai 3, compresa quella che differenzia gli asintomatici attuali da quelli di marzo, viene lanciato un messaggio importante e condiviso anche da Bianca Berlinguer.



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«Siamo di fronte a tre epidemie diverse: una del Nord, una dell’Emilia e del centro e una del Sud»

Si tratta di tre epidemie diverse con caratteristiche diverse. Queste le parole di Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri: «Secondo me siamo davanti a tre epidemie diverse: una del Nord, una dell’Emilia e del centro e una del Sud che hanno caratteristiche differenti. Non lo penso solo io, lo pensa anche Donato Greco, che è uno dei più grandi epidemiologi che abbiamo mai avuto». Aggiunge: «Questo virus ci fa imparare ogni giorno cose nuove, non abbandoniamo le misure di sicurezza».



«Non è così facile, il virus ci fa imparare ogni giorno cose nuove»

«Vorrei aggiungere una piccola cosa rispetto a quanto ho sentito dire. Ci piacerebbe sapere se gli asintomatici sono o non sono. I problemi non sono così semplici perché gli asintomatici di quando? Gli asintomatici di marzo non sono gli asintomatici di adesso». Il professore procede, poi, fornendo una chiave di analisi interessante: «Non è detto, quindi, che ci sia contraddizione tra il fatto che gli asintomatici trasmettano il contatto e che non lo trasmettano». Il tutto pensando, appunto, a tre diverse epidemia: «Non è facile, il problema è veramente complesso. Tenete conto che sono usciti più di 12 mila lavori scientifici su questo lavoro. Le cose da leggere e conoscere sono tantissime». Morale della storia? Come afferma la Berlinguer «questo ci deve insegnare che dobbiamo essere prudenti siccome ne sappiamo ancora pochissimo e tutte le affermazioni vanno prese con le pinze. Non bisogna lanciare messaggi sbagliati come quello di abbandonare le misure di sicurezza.