Marcello De Vito e le accuse del MoVimento 5 Stelle di Roma

22/04/2013 di Donato De Sena

Dalla guerriglia alla pace. Dalle accuse al chiarimento. Dalle domande irrisolte alle risposte. E’ una vera e propria bufera quella che tramite i forum del Movimento 5 Stelle si è abbattuta nei giorni scorsa sul candidato grillino a sindaco di Roma. I militanti del partito di Beppe Grillo della capitale, infatti, avevano prima accusato il loro stesso movimento di scarsa trasparenza nella scelta del portavoce in Campidoglio (Marcello De Vito) e denunciato di non essere a conoscenza dei criteri attraverso i quali lo stesso leader cittadino aveva nominato i componenti del suo staff. Poi un incontro chiarificatore ha fatto rientare ogni polemica.

LE OMBRE SULLE ‘COMUNARIE’ – Il primo a farsi vivo sulla piattaforma web pubblica era stato l’attivista Giorgio Filosto, che in una lunga lettera agli iscritti aveva posto dieci quesiti su altrettante questioni da chiarire. Il militante – precisamente – si chiedeva soprattutto come mai prima del voto per le Comunarie siano già trapelate indiscrezioni sul successo di De Vito, come mai non fosse possibile ottenere risultati dettagliati delle elezioni, e perché nel curriculum del candidato sindaco spuntassero competenze in una materia (quella degli appalti pubblici) nella quale l’aspirante portavoce sembrava non essere mai stato impegato in prima persona. Ma non solo. Filosto chiedeva anche “motivazioni ponderate” per la scelta di ogni persona dello staff di De Vita, diceva di voler scoprire come mai i membri dello stesso gruppo fossero stati scelti dal candidato sindaco e non dall’intero Movimento cittadino, e faceva sapere, infine, di attendere chiarimenti sui presunti rapporti di uno dei collaboratori del nuovo portavoce romano (Alessandro Canali) con esponenti del Pdl.

LA STRANA SCELTA DELLO STAFF – Tanti nervi scoperti che, una volta messi neri su bianco, hanno scatenato per ore una lunga serie di tiri al bersaglio e nuove richieste di quella trasparenza di cui i grillini amano elevarsi ad emblema. “Nessuno vuole distruggere il Movimento… chiediamo solo trasparenza”, aveva scritto prontamente Adriano rispondendo a Filosto. “Spero – ragionava poi Augusto – che Marcello trovi il tempo per rispondere e sia capace di creare, attraverso il suo riscontro, consenso e partecipazione da parte di tutti. Trovo però che la posizione di Marcello sia in questo momento la più fragile e la più delicata”. L’elenco degli interrogativi si è allungato rapidamente. Dove trovare l’elenco delle persone che a vario titolo percepiscono compensi dei gruppi nazionali e regionali? Dove leggere l’elenco e i curriculum degli assistenti parlamentari selezionati e assunti? Dove l’elenco degli aventi diritto al voto di Parlamentarie, Sindacarie, Quirinarie?

IL RUOLO DI CASALEGGIO – Chi tentava di difendere la ragioni dei controllori del Movimento lo faceva minimizzando. “Dalle tue affermazioni sul voto deduco – rispondeva Claudio all’accusatore Giorgio – che non ti fidi di Casaleggio: ne hai il diritto, come gli altri che vogliono il voto palese. Quello che non capisco è perché chi si fida (per ora) dovrebbe insistere e/o pretendere il tabulato delle votazioni. Tu invece hai tutto il diritto di chiederlo, firmando la petizione di Mauro Tripodi”. Lo stesso Mauro interveniva a chiarire: “La richiesta delle proprie espressioni di voto non è mia ma dell’ex X Municipio al quale si sono associati attivisti del IX, quindi VII Municipio attuale, attivisti del XIII ex XVIII, e dell’VIII ex XI”. Poi accusava: “Mi piace ricordare che Marcello è il portavoce di tutti e a quanto so ha incontrato il buon Casaleggio, per questo, considerando che gli ha posto la domanda sui tabulati, chiedevo a lui perché non avesse chiesto anche il resto”. Anche Massimiliano tirava in ballo il guru del Movimento 5 Stelle: “Casaleggio non si è mai interessato alle liste civiche  come ci hanno detto in tanti, quindi ci deve rendere conto del perché non vuole darci le votazioni dei candidati romani, del perché ha scelto lui il metodo di votazione (tre voti), perché ha scelto lui la data di iscrizione dei votanti. Luo vale uno o 1,01 o addirittura 2, 3…”. Insomma, pochi giorni fa tornava alla ribalta del Movimento il tema del non-partito che vuol dare lo stesso peso ad ogni attivista ma che non ha una piattaforma comune e veramente efficace per realizzare la democrazia liquida. Continuava Massimiliano:

Marcello si è scelto lo staff. Se uno vale uno perché dev’essere Marcello a scegliersi il suo staff e non tutti noi? Marcello di dovrebbe fidare di chiunque sta nel Movimento perché uno vale uno, queste fiducie ad personam mi sembrano molto di vecchia politica clientelare. Ma forse Marcello vuole solo seguire il trend aperto dai parlamentari del Movimento che si sono scelti ognuno i suoi amichetti senza curarsi dei curriculum inviati dagli italiani. Abbiamo interrogato i parlamentari per sapere chi, come, perché è entrato con loro dentro al Parlamento, se viene retribuito, come e a fronte di quale contratto. Nessuna risposta.

IL CASO MASTRANGELI – I diretti interessati alle accuse, come il collaboratore Alessandro Canali, intervenivano per chiedere di non trasformare le “legittime richieste di trasparenza in uno strumento di autolesionismo che può fare grandi danni al Movimento” e per invitare a “remare tutti nella stessa direzione”. Anche Alessandro Galletti non entrava nel merito delle questioni sollevate, e minimizzava ancora: “Se non si accetta un voto democratico si è perso di vista lo spirito dei 5 Stelle! Non è Marcello che deve affrontare le varie problematiche della nostra città ma tutto il Movimento”. “Non è successo nulla di irreparabile, forza e coraggio!”, incitava Pietro. Il tentativo di sedare gli animi però durava poco. Elia chiede perché De Vita “ha cancellato le interviste programmate da tempo con Repubblica e Il Fatto ed ha concesso la prima intervista televisiva a Romauno di proprietà di Cerroni, padre padrone (della discarica, nda) di Malagrotta”. Andrea ricorda che una richiesta di trasparenza era già stata avanzata ai tempi delle Parlamentarie, e sostiene che oggi semplicemente si estende la stessa richiesta ad altre votazioni. Poi collegava il tutto al caso Mastrangeli:

Ancora prima delle parlamentarie avevamo chiesto a gran voce l’esclusione dai candidabili di Marino Mastrangeli perchè secondo noi non vicino allo spirito del M5S; siamo stati rassicurati che era un personaggio tenuto d’occhio perché evidentemente “strano” nei suoi comportamenti. Risultato: Mastrangeli è senatore, cosa di cui si vantava già prima delle parlamentarie, e due giorni fa Vito Crimi ne ha richiesto l’espulsione a nome del gruppo M5S al parlamento. Se vivessimo di trasparenza adesso quella persona starebbe a fare la fame a Cassino invece che andare da Barbara D’Urso a sputtanare tutto il M5S.

IL CHIARIMENTO – La storia termina in maniera imprevista. Marcello De Vito chiede un confronto. Lo ottiene. Tutte le accuse s’interrrompono. Poi annuncia:

Come sapete ho ricevuto un elenco di domande che, purtroppo, hanno dato luogo anche alle solite strumentalizzazioni mediatiche. Nella serata di sabato ho dato, con piacere, la mia disponibilita ad un incontro con i candidati consiglieri che si è svolto alla presenza di alcuni di essi, tra cui giorgio filosto, estensore delle domande, e altri attivisti. Ho risposto puntualmente a ciascuna delle 8 questioni poste, anche relativamente agli aspetti più personali, riguardanti la mia professionalità specifica. Ovviamente lo ho fatto nei limiti di quello che sapevo e che è di mia competenza. In particolare nulla sapevo riguardo le modalità di votazione sul portale nazionale, non avendo mai avuto rapporti con lo staff prima del 8.4.2013 (giorno in cui ho conosciuto Casaleggio). Al termine delle mie risposte si è svolto un ampio dibattito caratterizzato da toni franchi e costruttivi, in pieno stile 5 stelle. Sono personalmente molto soddisfatto di questo chiarimento concluso in piena armonia e con la volontà, riaffermata da tutti i presenti, di concentrare ogni energia per lo sviluppo della campagna elettorale e per la conquista della nostra città.

Tutti gli accusatori ora ringraziano. “Ho ricevuto risposte sufficienti per ciò che posso verificare, per le questioni che ho posto”, ha scritto Giorgio, l’auotre dei quesiti. “Questo topic è l’esempio più lampante dell’enorme differenza che c’è tra il Movimento 5 Stelle ed i partiti”, ha commentato Leonardo. Ma le risposte?

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