Renzi in un angolo, ora spunta l’ipotesi Minniti candidato premier

07/11/2017 di Redazione

La disfatta del Pd in Sicilia in poche ore ha stravolto le aspettative del partito sulle prossime Elezioni Politiche. Le responsabilità della sonora sconfitta vengono addebitate soprattutto a Matteo Renzi, al punto che ne viene messa in discussione la candidatura a premier. I dati dello spoglio hanno confermato una crescita evidente di centrodestra e Movimento 5 Stelle e aperto il campo a nuove ipotesi per la guida del centrosinistra in vista del voto nazionale.

IPOTESI MINNITI CANDIDATO PREMIER

Tra i nomi che circolano c’è anche quello del ministro dell’Interno Marco Minniti, apprezzato per il lavoro svolto negli ultimi mesi soprattutto in materia di immigrazione e gradito da buona parte degli antirenziani dentro e fuori dal Partito Democratico. Il titolare del Viminale, stando a quanto riporta Repubblica, è una delle carte che stanno riscuotendo consensi crescenti all’interno del centrosinistra, anche per il gradimento esterno alla maggioranza di governo, per il feeling con Veltroni e la capacità di far valere una solida rete di rapporti istituzionali e internazionali coltivati in vent’anni ai vertici delle istituzioni.

 

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Ma non è l’unica ipotesi. Tra le mosse del segretario potrebbe esserci anche l’idea di andare alle Politiche 2018 senza indicazione di un candidato premier. Renzi potrebbe spingere perché ognuno degli alleati corra con il suo candidato. Ci sarebbe una coalizione senza primarie, con la leadership da giocare sul campo elettorale. In effetti è proprio dalle alleanze che dipende il futuro del Pd e le chance di tornare in gioco. L’idea è quella di trovare un’intesa con i bersaniani e dalemiani di Articolo 1 Mdp senza veti, sgombrando il campo dal problema della leadership. Proprio come accade anche nel centrodestra, lungo l’asse Berlusconi-Salvini, con l’ex premier incandidabile per effetto della legge Severino.

PRESSING SU RENZI PER APRIRE ALLE ALLEANZE

Il tema del cambio della leadership, stando ai retroscena di queste ore, è stato posto direttamente a Renzi, tra gli altri, dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, esponente dell’ala sinistra del Pd. Ma anche un altro ministro, Dario Franceschini, chiede una riflessione sugli accordi elettorali e immagina ancora una collaborazione con Mdp. La speranza è che Pier Luigi Bersani si faccia vivo, a differenza di altri esponenti di Articolo 1 meno disponibili ad una pacificazione, e proponga al Pd un patto programmatico come precondizione di un’alleanza. Anche in quel caso sarebbe ovviamente necessario un nome alternativo a Renzi. Circola anche il nome dell’attuale premier Paolo Gentiloni, proposto da Emma Bonino e Giuliano Pisapia. E il pressing arriva anche dai gruppi parlamentari. Anche Luigi Zanda, capogruppo Dem al Senato, chiede a Renzi di valutare la rinuncia alla candidatura, di spezzare il legame tra il ruolo di segretario e candidato premier. Un legame previsto dallo statuto Pd.

(Foto: ANSA / CIRO FUSCO)

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