La magra figura di Alessandra Moretti sul referendum veneto

23/10/2017 di Andrea Mollica

Alessandra Moretti ha fatto una magra figura sul referendum veneto. La candidata presidente alle regionali del 2015, che era stata surclassata da Luca Zaia che aveva preso più del doppio dei suoi voti, si è schierata per l’astensione al referendum sull’autonomia domenica con post molto duri contro la consultazione consultiva. In precedenza la consigliere regionale del Veneto aveva rimarcato l’inutilità del voto, distinguendosi dal PD veneto che aveva deciso di schierarsi a favore del Sì, pur con toni critici rispetto all’amministrazione di Luca Zaia.

ALESSANDRA MORETTI E L’EPIC FAIL SUL REFERENDUM VENETO

Forse puntando sul fallimento del referendum veneto, che per statuto doveva ottenere un quorum di partecipazione della maggioranza assoluta di votanti per aver validità, Alessandra Moretti ha sposato la linea del PD nazionale contro i referendum dell’autonomia. L’invito all’astensione lanciata di quella che è la più importante esponente del Partito Democratico in Veneto non è stato esattamente condiviso, visto che oltre il 57% dei veneti sono andati a votare, quasi tutti per il Sì. Una testimonianza simbolica della storiche difficoltà del centrosinistra al NordEst, il territorio più ricco e sviluppato d’Italia, dove il tema dell’autonomia è ancora molto sentito nonostante decenni di risultati non esaltanti, a esser eufemistici, della Lega Nord sul tema. «Ecco perché parlo di referendum truffa. Ecco perché oggi non andrò a votare: non intendo portare acqua al mulino di chi fa propaganda dalla mattina alla sera senza mai praticare concretamente quello di cui parla». Il giudizio di Alessandra Moretti, condivisibile o meno che sia, è stato però sostanzialmente bocciato in modo clamoroso dai veneti a cui si riferiva. Il suo post è stato apprezzato da simpatizzanti del PD, ma i suoi concittadini hanno espresso una visione completamente opposta. Un altro errore di comunicazione per Alessandra Moretti, che dopo la sua intervista da Ladylike sembra non essersi più ripresa. Alcuni anni fa sembrava destinata a diventare uno dei volti più importanti del PD di Renzi, ora invece ne è il simbolo delle ripetute sconfitte al Nord.

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