Davide Buraschi, il ragazzo con lo zaino in spalla, racconta il gesto per cui è stato scambiato per un terrorista

06/06/2017 di Redazione

Essere scambiato per un terrorista quando si vuole aiutare le persone. È questo il paradossale destino di Davide Buraschi, il ragazzo con lo zaino in spalle che per diverse ore è stato ritento il responsabile del panico di piazza San Carlo. 23enne di Cinisello Balsamo, città alle porte di Milano, il tifoso juventino ha raccontato al Messaggero cosa l’ha spinto a protendere le braccia verso l’avanti in piazza San Carlo, un gesto che ha fatto presumere a molti organi di stampa che si trattasse di una bravata per simulare un attentato terroristico. Davide Buraschi rimarca alla testata romana come non sia successo assolutamente nulla. «La gente non ha capito. Evidentemente sono stato frainteso. Le mie intenzioni erano opposte. Io ho alzato le mani per tranquillizzare le persone che erano attorno a me». Buraschi rimarca di esser stato ascoltato dai magistrati come persona informata dei fatti, un testimone, e non un indagato per procurato allarme, come era trapelato all’inizio su diversi giornali. L’ipotesi di reato era stata comunque smentita dal procuratore capo di Torino, Armando Spataro.

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«Mi hanno ascoltato esclusivamente come persona informata sui fatti, niente più…Io con tutta questa storia non c’entro proprio niente. La polizia mi ha ascoltato a lungo e spero di aver chiarito una volta per tutte la mia posizione… Sui media è uscita una immagine distorta. Mi hanno quasi definito un terrorista, assolutamente senza motivo». Davide Buraschi conclude l’intervista col Messaggero rimarcando di non aver fatto nulla di male in piazza San Carlo, e di non aver lanciato alcun petardo. Il giovane juventino non fornisce dettagli su cosa possa aver scatenato il panico di fronte al maxi schermo: al momento non si comprende ancora il motivo per cui sia successa la fuga di massa da piazza San Carlo, che ha rischiato di finire in tragedia.

Foto copertina: ANSA/FERMO IMMAGINE YOUTUBE

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