Beppe Grillo vuole votare il 10 settembre. Ma quella data non fermerebbe i vitalizi

30/05/2017 di Redazione

Beppe Grillo chiede il voto anticipato per impedire che i parlamentari che siedono per la prima volta in parlamento maturino il vitalizio. Gli assegni per 403 deputati e 193 senatori scattano precisamente il 15 settembre, a 4 anni e 6 mesi dal 15 marzo 2013, data di inizio della legislatura. Il leader del Movimento 5 Stelle ha dunque proposto come data per le elezioni politiche il 10 settembre. Ma, in realtà, fermare i vitalizi è ormai quasi impossibile. Ecco perché.

 

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VITALIZI PARLAMENTARI, PER FERMARLI VOTO AD AGOSTO

Deputati e senatori non decadono immediatamente nel giorno del voto ma rimangono in carica fino all’insediamento dei nuovi parlamentari. E secondo l’articolo 61 della Costituzione la prima riunione delle nuove Camere deve aver luogo «non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni». Ciò significa che, per evitare i vitalizi ai parlamentari, le Politiche si dovrebbero svolgere almeno a fine agosto: un’ipotesi che non può essere considerata realistica. Per votare domenica 27 agosto la campagna elettorale dovrebbe svolgersi in piena estate, in un periodo di vacanza per la maggior parte degli italiani. Ciò non è mai accaduto in tutta la storia Repubblicana. Ma non solo: nei decenni scorsi non è mai capitato che per l’elezione dei parlamentari si votasse a settembre. Siamo stati sempre chiamati alle urne in primavera o inizio estate. Solo l’ultima volta, nel 2013, per lo scioglimento anticipato delle Camere, siamo andati ai seggi in piano inverno, il 24 e 25 febbraio. Per quanto riguarda l’insediamento delle Camere che deve avvenire entro 20 giorni dalle elezioni, va precisato che si tratta di un limite massimo. L’insediamento può anche avvenire in pochi giorni, anche 10. Quattro anni fa trascorsero 18-19 giorni dal 24-25 febbraio del voto.

(Foto: ANSA / FABIO FRUSTACI)

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