Chi era Gianni Trez il pensionato che ha scelto di morire come Fabo in Svizzera

28/02/2017 di Redazione

Gianni Trez, pensionato veneziano di 65 anni, ha scelto il suicidio assistito nella stessa struttura svizzera in cui si è lasciato morire Fabiano Antoniani. «Non ha sofferto, era sereno, io e mia figlia gli abbiamo stretto le mani fino all’ultimo», ha detto la moglie Emanuela Di Sanzo all’Ansa, ringraziando poi gli infermieri svizzeri della Dignitas, i volontari veneti dell’Avapo. «Ora – ha concluso – facciano una legge per impedire questi pellegrinaggi crudeli».

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GIANNI TREZ, UNA VITA DEDICATA AGLI ANIMALI

Gianni era un attivista Lav. In queste ore tanti suoi amici ricordano con affetto il suo impegno. Anche la Lav di Venezia.

Su Facebook il suo ultimo ricordo pubblico è dedicato al suo cane, Charlie. «Torneremo insieme alla polvere», scrisse non molto tempo fa in una piccola lettera resa pubblica. Di Sanzo, Trez era malato da tempo. Un tumore incurabile aveva reso la sua vita oramai più non vita. «L’abbiamo elaborata a lungo — afferma sua moglie, spiegando la scelta al Corriere del Veneto —. Anche io lo farei. A lui piaceva tantissimo vivere però è condannato e vuole morire senza soffrire in modo dignitoso. Perché la vita che ha fatto nell’ultimo periodo per lui non è dignitosa. Ormai pesa cinquanta chili, ed è costretto alla morfina tre volte al giorno. Il problema è proprio la prospettiva: se sapesse che tra cinque, sei mesi smetterebbe di soffrire allora non lo farebbe. Ma così no».

(foto copertina via Facebook Il Gazzettino)

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