Fatti alternativi: l’amministrazione Trump difende le bugie sui partecipanti

23/01/2017 di Andrea Mollica

Donald Trump e fatti alternativi. L’amministrazione del nuovo presidente ha subito iniziato un serrato confronto con i media statunitensi, definendo le dichiarazioni errate di Donald Trump e del suo portavoce come fatti alternativi. Un altro modo, come ha detto il noto giornalista americano Chuck Todd, di chiamare le bugie.

DONALD TRUMP E I FATTI ALTERNATIVI

Alternative facts potrebbe diventare un concetto famoso come post-verità. Se il secondo ha una storia invero piuttosto lungo, i cosiddetti fatti alternativi sono stati coniati da pochi giorni da una delle principali collaboratrici di Donald Trump, Kellyanne Conway. La consulente del presidente ha definito in questo modo le bugie del portavoce di Trump, Sean Spicer, che aveva spiegato nella prima conferenza stampa della nuova amministrazione come la folla alla cerimonia di insediamento fosse la più grande di sempre. Una palese bugia, sostenuta per difendere la posizione espressa da Trump durante il suo intervento alla Cia.

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DONALD TRUMP E I NUMERI DEI PARTECIPANTI

Il presidente aveva criticato la copertura dei media americani nel suo incontro con i responsabili dei servizi segreti, evidenziando come probabilmente c’erano un milione, un milione e mezzo di persone. La stima della folla è sempre ardua, ma i numeri forniti da Trump sembrano decisamente sovradimensionati, e per difendere le sue affermazioni il portavoce Sean Spicer ha perfino negato la realtà. Il giornalista Chuck Todd, conduttore di Meet the Press su Nbc, ha risposto Kellyanne Conway come i fatti alternativi da lei citati siano semplicemente bugie.

 

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