Immigrazione: il nuovo piano dell’UE, pagare per tener lontani i migranti

07/06/2016 di Andrea Mollica

Immigrazione,

la Commissione UE presenta un nuovo piano, modellato sull’accordo della Turchia per gestire con maggior efficacia l’immigrazione verso l’Europa. L’idea centrale è rappresentata dalla stipula di intese con Stati africani e mediorientali per gestire il flusso dei migranti, grazie a rilevanti incentivi economici. Possibili sanzioni anche per gli Stati membri che si oppongono all’accoglienza. Sul passaggio del piano è però necessario esprimere cautela visti i numerosi fallimenti dei progetti precedenti.

PROBLEMA IMMIGRAZIONE

La Commissione delineerà di fronte al Parlamento europeo una nuova strategia sull’immigrazione. Le linee guida del nuovo piano è stata descritta dal commissario Dimitris Avramopoulos al giornale tedesco Die Welt. L’esponente dell’esecutivo guidato da Juncker ha spiegato come il progetto, che entrerà in vigore solo con il non scontato consenso di Consiglio e Parlamento UE, sia modellato sull’intesa con la Turchia. La Commissione auspica di siglare accordi con singoli Stati per limitare la pressione dei migranti economici, e permettere una gestione più ordinata del diritto d’asilo. Il partneriato dovrebbe essere stipulato con i seguenti Stati: Giordania, Libano, Nigeria, Senegal, Mali, Niger, Etiopia e Libia. Una lista provvisoria, che evidenzia come l’UE voglia approfondire le relazioni con gli Stati da cui provengono la maggior parte dei migranti economici così come dei richiedenti asilo.

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Il controverso accordo con la Turchia, che ha frenato l’enorme flusso di richiedenti asilo proveniente dalla Siria, si basava su due pilastri. Uno scambio 1 a 1 tra migranti arrivati illegalmente in Europa e persone che potevano ambire allo status di rifugiato, e un forte incentivo economico garantito al governo di Ankara per frenare il flusso irregolare e per aumentare la sua predisposizione ad accogliere di nuovo le persone respinte dai Paesi UE. La marcata differenza con l’accordo con la Turchia sono però i fondi economici per far funzionare il partneriato sull’immigrazione. Al governo di Ankara arriveranno in poco tempo 6 miliardi di euro, mentre per gli altri Paesi, africani come mediorientali, le risorse a disposizione della Commissione sono significativamente inferiori. Tra il 2016 e il 2020 dovrebbe essere possibile stanziare una cifra vicina agli 8 miliardi per finanziare queste intese.

IMMIGRAZIONE EUROPA

La cifra di 2 miliardi all’anno, da suddividere per almeno 8 Stati, appare però largamente insufficiente a replicare il modello dell’accordo con la Turchia. Dimitris Avramopoulos ha auspicato che si possa arrivare a risorse fino a 31 miliardi di euro mobilitando investimenti pubblici e privati. Visto lo scarso successo del piano Juncker, e la scarsa predisposizione degli Stati membri a spendere più soldi per finanziare altri Paesi per frenare i migranti, queste cifre sono da valutare con grande cautela. Altrettanto se non maggior scetticismo meritano le misure di penalizzazione degli Stati UE che si rifiutano di accogliere i migranti, che non sembrano in grado di avere una maggioranza al Consiglio dell’UE, dove votano i rappresentanti di quegli stessi governi che rifiutano i richiedenti asilo provenienti da Grecia o Italia, dove il Messaggero quantifica gli “aiuti” a ben 70 miliardi.

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