Renzi: «Subito le Unioni civili. Su alcuni punti libertà di coscienza»

04/01/2016 di Redazione

Per il debutto della Ferrari a Piazza Affari non mancherà. Matteo Renzi, intervistato da Federico Geremicca su La Stampa, ha rilanciato: «La globalizzazione è una grande opportunità: l’Italia deve aprirsi. Vado a Milano per dare atto della grande sfida che il Paese lancia con la quotazione in Borsa» della Rossa di Maranello. Non senza svelare di aver chiesto allo stesso presidente Sergio Marchionne di quotarsi anche in Italia, dopo quanto fatto a New York: «Magari ci aveva già pensato, ma voglio ringraziarlo. [..] Il capitalismo di relazione è finito,è il tempo dell’apertura e della trasparenza».

RENZI: «NIENTE DIKTAT UE SULL’ILVA»

Sui fronti aperti e sui contenziosi con l’Europa e la Germania, invece, Renzi, si è difeso:

«È sbagliato chiamarli contenziosi. Ho un ottimo rapporto con Juncker, che sarà qui a febbraio. E Angela Merkel volle conoscermi quando ero ancora sindaco di Firenze. Non ci sono contenziosi o problemi personali: ci sono solo questioni politiche e di regole che, come è giusto che sia, devono valere o per tutti o per nessuno», si legge. E ancora: «Noi non vogliamo venir meno alle regole che ci siamo dati: chiediamo solo il rispetto di quelle regole. E bisogna smetterla di pensare a un’Italia sempre con il cappello in mano», si legge sulla Stampa.

 

C’è poi il nodo della flessibilità e dell’Ilva. con il confronto aspro con la Germania. Spiega Renzi sul quotidiano piemontese:

 

«Nessuna polemica tra me e Angela. Io ho solo fatto delle domande: per esempio, se i gasdotti vanno bene quando sono fatti nell’Europa del nord e meno bene quando si ipotizza di farli al sud. Oppure se la flessibilità possono praticarla alcuni Paesi mentre altri no. Ma vedrà che – come sempre e nell’interesse di tutti – troveremo buone soluzioni…».

 

Quindi non teme “vendette” per le questioni poste – e poste con inedita franchezza? Per esempio: è aperta una procedura d’infrazione per l’intervento del governo sull’Ilva di Taranto: cosa si aspetta?

 

«Vendette? Non credo alle vendette. E a certo provincialismo nostrano, anzi, dico: basta considerare l’Europa una nemica o una maestrina. Porre le questioni con chiarezza è utile a noi e all’Europa stessa. Poi, che qualcuno amerebbe veder chiudere Taranto, è cosa nota: ma non lo accetteremo. Per l’Italia è finito il tempo della paura: rispetto per tutti ma paura di nessuno. E diciamo una parola chiara sulla Germania: su alcune cose abbiamo da imparare, da copiare. Ma quel che non mi piace, qui da noi, è una certa subalternità psicologica che ormai trovo surreale».

 

RENZI E LE UNIONI CIVILI: «FERITA CHE VA SANATA»

C’è poi il capitolo delle Unioni civili, dove non c’è ancora una posizione univoca tra Pd e Area popolare nella maggioranza, con il nodo della stepchild adoption. Il premier ha difeso l’adozione del figlio del partner, ma ha già chiarito che non ci sarà alcuna richiesta di fiducia quando le Camere affronteranno il provvedimento. Tradotto, c’è il rischio che la stepchild venga affossata a scrutinio segreto, mal vista anche tra i cattolici dem:

«È una ferita che va sanata, siamo fanalino di coda in Europa».

 

Già, ma come? Come pensa di risolvere, per esempio, il problema della cosiddetta stepchild adoption? Stralcerà la norma o andrà avanti, chi ci sta ci sta?

 

«Il tema è di quelli che toccano la sensibilità dei singoli parlamentari, e bisogna tenerne conto: su alcuni punti ci sarà la libertà di coscienza. Quello che è certo è che la legge va fatta, subito. C’è discussione nei partiti, lo so. E anche nel Pd ci sono idee diverse. Discuteremo ancora, naturalmente: ma il momento di tirare le fila e concludere ormai è venuto».

 

Ed è vero che la sua principale preoccupazione, di questi tempi, è la crescita del Movimento di Beppe Grillo, che pure è pronto a votare quel provvedimento?

 

«La mia preoccupazione è il Paese, la sua ripresa, il suo rilancio. Quanto ai Cinque Stelle, il loro modo di governare è il miglior spot per il Pd. Io li rispetto, ma amministrano una dozzina di Comuni su 8mila e lo fanno tra fallimenti ed espulsioni. Passare dalle veline del blog alla realtà è complicato, me ne rendo conto…».

 

Leggi anche: Quo vado? Checco Zalone fa di nuovo centro, raccontando l’italiano medio(cre) – RECENSIONE

RENZI SU ZALONE: «IL DIBATTITO SU DESTRA-SINISTRA? SORRIDO PER I RADICAL CHIC CHE ORA LO OSANNANO»

C’è anche un passaggio sul film di Zalone “Quo Vado“:

«L’ho visto con i miei figli, che conoscono a memoria tutte le battute dei suoi film. Io ho riso dall’inizio alla fine».

E il dibattito che ne è sorto? Se è di destra, di sinistra, di centro, insomma? «Sorrido di fronte a certi cambi di atteggiamento: fino a ieri era un reietto, volgare, snobbato da certi intellettuali». E invece? «Non entro nel dibattito. Dico che Zalone è un uomo molto intelligente, e che l’operazione di lancio del film è un capolavoro, geniale. In sala c’era gente normale, che si è divertita. E i professionisti del radical-chic, che ora lo osannano dopo averlo ignorato o detestato, mi fanno soltanto sorridere».

Share this article