Monica Paolino, si dimette la presidente di Commissione Antimafia accusata di voto di scambio

18/09/2015 di Redazione

Bufera nel mondo della politica campana. Monica Paolino, consigliere regionale di Forza Italia e presidente della commissione Antimafia del Consiglio Regionale della Campania, è indagata dalla Procura di Salerno per voto di scambio politico elettorale di tipo mafioso. Venerdì mattina Dia e carabinieri hanno perquisito a Scafati, in provincia di Salerno, la casa dove Paolino vive con il marito, Pasquale Aliberti, sindaco della città, anch’egli indagato. Il giorno seguente sono arrivate le dimissioni. «Nella consapevolezza di essere assolutamente estranea alle vicende per le quali sono indagata, per il senso alto che ho delle istituzioni, annuncio le mie dimissioni dal presidente della Commissione Anticamorra del Consiglio Regionale della Campania», ha fatto sapere Paolino. «Ringrazio – ha proseguito l’esponente di Forza Italia – il partito, i suoi dirigenti e i tantissimi cittadini che, conoscendomi, mi hanno manifestato la loro solidarietà ed il loro grande affetto. Resto serena e fiduciosa nell’operato della magistratura».

 

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MONICA PAOLINO, DI MAIO: «RENZI E DELUCA OMERTOSI» –

Il caso della presidente di Commissione Antimafia indagata per scambio di voti aveva immediatamente innescato venerdì una serie di dure reazioni, indirizzate anche allo schieramento di centrosinistra, accusato di aver consentito la nomina di rappresentanti dell’opposizione di centrodestra a capo delle Commissioni. «La Paolino deve dimettersi immediatamente, senza aspettare neanche un secondo: abbiamo appena presentato una richiesta ufficiale firmata da tutti i nostri consiglieri», scrivevano ieri sul blog di Beppe Grillo i ‘portavoce’ del movimento in Campania. «Qualcuno in questi giorni – faceva sapere invece Luigi Di Maio su Facebook – sosteneva che i napoletani avessero la camorra nel Dna. Io invece penso che la camorra sia un elemento costitutivo dei partiti che governano Napoli e la Regione Campania. Basta vedere Renzi e De Luca: si guardano bene dal chiedere le dimissioni della Paolino, un atteggiamento da omertosi fino al midollo. Signori, il vero sballo è non votarli più. Chi lo fa ancora è masochista».

Ma le prese di distanza sono arrivate anche dal Pd: «Ribadendo la nostra fiducia per il lavoro dei magistrati e in attesa che il consigliere possa chiarire la propria situazione, riteniamo però che debba, per evidenti motivi di opportunità politica, lasciare l’incarico di presidente della Commissione speciale Anticamorra e beni confiscati», ha detto ieri uno dei consiglieri regionali più votati, Mario Casillo. Ovviamente nessuna richiesta di dimissioni era arrivata da Forza Italia: «Auspichiamo – ha detto in una nota il coordinatore regionale campano Domenico De Siano – naturalmente che questa vicenda possa essere chiarita in tempi brevi, ma torniamo a rammaricarci del fatto che su vicende che sono dolorose anche da punto di vista umano non manchi mai, tra le fila della peggiore politica, qualche sciacallo di turno». «Sono accuse estremamente gravi quelle per cui è indagata la Paolino, prosegue Scotto, dal voto di scambio politico-mafioso al reato di associazione di stampo mafioso. Un quadro drammatico. Mentre siamo in attesa di una presa di posizione del Presidente De Luca, anche se il suo assordante silenzio vale più di mille parole, Sel chiede al Governo di intervenire subito per ripristinare una condizione di trasparenza e legalità».

MONICA PAOLINO, LE ACCUSE DELL’INCHIESTA –

Oltre al consigliere regionale Paolino e suo marito risultano indagati anche la Segretaria Generale del Comune di Scafati e il fratello del primo cittadino, amministratore unico di una società operante nel settore della consulenza aziendale e sicurezza dei luoghi di lavoro, «ritenuti responsabili a vario titolo di “associazione di tipo mafioso”, “scambio elettorale politico-mafioso”, “concussione”, “corruzione” e abuso d’ufficio”».

(Foto di copertina: Ansa. Ultimo aggiornamento: 19 settembre, ore 16)

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