Quando la CIA finanziava i socialisti

Un elenco di riviste di sinistra e la storia dei loro legami con la Central Intelligent Agency, che le sosteneva anche a loro insaputa in chiave anticomunista.

 

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Immagine via The History Collection UWDC

QUANDO LA CIA FINANZIAVA I SOCIALISTI –

Le notizie contenute nel pezzo di Patrick Iber su TheAwl appartengono ormai agli armadi della storia, che in questo caso ha il suo punto qualificante nella confessione consegnata al Saturday Evening Post da Tom Braden, un ex ufficiale della CIA che in «I’m glad the CIA is ‘immoral.» confermò un sospetto condiviso da molti, rivelando che la CIA finanziava e aveva finanziato un gran numero di organizzazioni culturali e gruppi politici o sindacali di matrice socialista, in Europa e nel mondo. La cosa fece rumore, perché per gli americani dell’epoca la distinzione tra socialisti e comunisti era labile ed entrambi erano il male, un po’ come se oggi per combattere gli islamisti radicali si finanziassero quelli più moderati. Niente di strano, è un modus operandi ben noto, ma la rivelazione gettò confusione soprattutto tra le fila dei finanziati e di quanti erano loro ideologicamente vicini o affini. Perché si facesse, Braden lo spiegò così: «In gran parte dell’Europa negli anni ’50, i socialisti e le persone che si definiscono «sinistra», le stesse persone che gli americani pensavano non fossero meglio dei comunisti, erano quasi le uniche persone alle quali importasse combattere il comunismo».

LA BASE DELLA CIA IN EUROPA –

A gestire le operazioni dal 1950 in poi sarà il  Congress for Cultural Freedom, fondato nel 1950 a Parigi, che finanzierà una legione di scrittori e pensatori anti-totalitari e variamente anticomunisti, data l’importanza di non lasciare la bandiera dell’anticomunismo nelle mani di una destra impresentabile e ancora in punizione per gli orrori compiuti durante il secondo conflitto mondiale. Il CCF finanziava direttamente e attraverso l’acquisto di un gran numero di copie numerose rivista di sinistra, promuoveva artisti e organizzava festival e manifestazioni culturali.

LE RIVISTE FINANZIATE DALLA CIA –

Le riviste finanziate e a volte controllate, spaziavano dal britannico Encounter al francese Preuves e poi Tempo Presente in Italia, Der Monat in Germania, Forum in Austria, Quadrant in Australia, Jiyu in Giappone; e Cuadernos e Mundo Nuevo in America Latina. Per citare le più qualificate. L’ Encounter, fondato nel 1953, era il fiore all’occhiello del programma, pubblicato prima da Irving Kristol e poi da Melvin Lasky, pubblicava regolarmente scritti di Isaiah Berlin, Mary McCarthy, Hugh Trevor-Roper, W.H. Auden, Daniel Bell, Arthur Schlesinger, Jr., Bertrand Russell, Stuart Hampshire, e John Kenneth Galbraith. Alla rivista si fa credito di aver spostato la scena intellettuale britannica dal socialismo verso l’atlantismo e il sentimento filo-americano. È sulle sue pagine che Edward Shils ha presentato al mondo la le sue idee sulla «fine delle ideologie.»

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IL GOTHA DEGLI SCRITTORI ANGLOSASSONI –

Poi c’erano le riviste americane, come The New Leader, fondata negli anni ’20e voce del socialismo americano, che durante la guerra fredda si schiera decisa contro Mosca e il comunismo in chiave anti-totalitaria. Fiore all’occhiello era la raffinata Kenyon Review’s, rivista letteraria che nella sua scuderia sfoggiava autori come Robert Lowell, T.S. Eliot, Flannery O’Connor, Thomas Pynchon, Nadine Gordimer, Randall Jarrell e Joyce Carol Oates. Della Kenyon’s Review’s la CIA acquisto migliaia di copie, come fece on l’Hudson Review, la Sewannee Review, Poetry, Daedalus, Partisan Review e il The Journal of the History of Ideas. Un supporto fondamentale, dopo le rivelazioni Braden la CIA chiuse il programma e nel 1969 anche Kenyon’s Review’s fu di conseguenza costretta a chiudere i battenti. Un’attiva che mostra da parte della CIA una capacità e una volontà di penetrazione e ingerenza nella politica dei paesi alleati decisamente imbarazzante, se non fosse ormai sono decenni che è nota, non sembra preoccupare nessuno e nessuno s’imbarazza più.

 

 

 

 

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