Colpo gobbo a Milano: un diamante da 4 milioni di euro sparisce nel nulla

11/07/2015 di Boris Sollazzo

Fine aprile, Milano.

Una settimana prima era stato trovato in Sierra Leone, nel distretto orientale di Kono, il diamante più prezioso rinvenuto negli ultimi 10 anni, con ben 153 carati, un record. Valutazione, 4,5 milioni di euro.

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Qualche giorno dopo, a Milano, ce n’è un altro di diamante. Uno sporco, non dichiarato, ma la valutazione è più o meno la stessa. A portarselo dietro è un elegante libanese che viene da Anversa. Vicino a lui un uomo corpulento e sempre serissimo, una guardia del corpo di una delle agenzie di Londra più rinomate in questo tipo di servizi. Un reduce di varie guerre.
E’ un mercante di pietre preziose, il libanese, racconta il Corriere della Sera, e in un paio di banche cerca una cassetta di sicurezza. Nulla di strano, per chi fa un lavoro come il suo. Non si tratta male: passeggia per Via Montenapoleone, incontra gente, alloggia al Four Seasons.

Poco lontano, a Lecco, c’è un rom. Nato lì, tutti lo conoscono. Lo chiamano “il dottore”. Forse per la precisione chirurgica con cui sa truffare i ricchi più o meno scemi. Si chiama Mile Nikolic, in verità. E gira con una guardia giurata in orario di lavoro, o forse in pausa pranzo. Per fare scena.

Sono destinati ad incontrarsi, i due, anche se non hanno nulla in comune: vestiti, tenore di vita, compagni di viaggio (il ricco mediorientale ora in Belgio ha anche un misterioso e prudente socio inglese), origini. Ma hanno un comune interesse, quelle pietre brillanti, durissime e perfette, che ipnotizzano le donne, perché sono per sempre, ma anche gli uomini, perché possono renderti ricco. E allora, dopo essersi “annusati”, contattati, cercati, tra Via della Spiga e l’hotel extralusso, alla fine il mercante di Anversa e Mile si incontrano. Guardie, del corpo e giurate comprese. Perché decidono di vedersi? Perché Mile ha fatto arrivare voce in Belgio che è disposto a pagare in contanti diamanti di grande valore. E ovviamente lo trova un pollo che ne vuole vendere uno in nero, senza certificazione né traccia della vendita, forse perché sporco del sangue di una guerra e di vari sfruttamenti meglio conosciuti come schiavismi.

Decidono che Milano, come campo neutro, possa andare bene a entrambi. E’ l’una, siamo a Via del Gesù, il fugace incontro del 24 aprile, per conoscersi, ora è diventato un pranzo. Nikolic sa poco del suo interlocutore, ma abbastanza da sperare che entri nella sua rete: Mile, infatti, da anni gira l’Europa in giacca e cravatta, con la sua bella presenza e il suo aplomb da gran signore, truffando le elite che, spesso, per la vergogna, non denunciano. Il nostro rom, infatti, sa che truffare è più facile quando l’altro, per denunciarti, dovrebbe confessare un crimine. Alta sartoria addosso, una 24 ore il libanese, un trolley “il dottore”. Tutto sembra andare per il meglio. Fino a una lite improvvisa. Si agitano tutti, la guardia giurata scappa perché non dovrebbe essere lì, tampona un altro veicolo, lo ritroverà la polizia a piazzale Oberdan. Il bodyguard che si è fatto tutte o quasi le guerre degli ultimi 30 anni capisce tutto, insegue Mile, si fionda dal finestrino nella sua macchina in corsa. Le forze dell’ordine, in quell’angolo elegante meneghino, li fermano così. Trafelati, con i segni delle botte, tra accuse reciproche. Il mercante di Anversa lamenta il furto di un anello con diamante da 130.000 euro, “il dottore” nega tutto. L’inglese rimane in silenzio. Tutto sembra molto strano, ma vista l’accusa è solo il rom a finire dentro, mentre l’altro entro due giorni tornerà a casa.

Ma la sorpresa è nel trolley. Già, perché se addosso gli trovano 50.000 euro, a Nikolic, che fanno pensare a una compravendita di un gioiello finita male, nella sua valigia trovano quasi 4,5 milioni di euro. Falsi. Ottantanove mazzette di banconote da 500 euro, ben contraffatte. E allora il nostro deve confessare: al centro della trattativa c’era un diamante preziosissimo. O forse più pezzi. Ma non si sa dove sia finito l’oggetto del desiderio. Mile giura di non averlo, voleva solo truffare lui – e la polizia, non fidandosi, gli rivolta la cella e gli fa una lastra completa del corpo – e si comincia a sospettare che ora quel diamante sia tornato ad Anversa, nella massima discrezione.

O forse, nella concitazione, si è perso davvero. E allora, voi a Milano, staccate gli occhi dallo smartphone in cui state leggendo quest’articolo, per qualche secondo. Magari, per terra, potreste trovare qualcosa che luccica…

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