Formaggi senza latte e Ue: quello che vi hanno raccontato (male)

Formaggi senza latte, la vera storia: l’Europa vuole davvero che l’Italia venga costretta a produrre formaggi con il latte in polvere, è davvero richiesto al nostro paese di produrre formaggi e altri prodotti caseari con latte non di mucca, non autentico e genuino? Sul punto si è scatenato un fervido dibattito in Italia sui giornali nazionali, fino a coinvolgere anche cariche di governo che hanno già proclamato il loro “no ai diktat europei” sull’agroalimentare italiano. Ma di cosa si tratta veramente?

FORMAGGI SENZA LATTE, LA VERA STORIA

Tutto inizia, lo scrive il Corriere della Sera, da una lettera giunta alle autorità italiane dall’Europa.

Il 28 maggio scorso la Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione europea ha ricevuto una lettera di costituzione in mora da trasmettere al ministro agli Affari esteri, nella quale si legge che in seguito a «una denuncia pervenuta alla Commissione», viene richiamata «l’attenzione dell’Italia sulla legge dell’11 aprile 1974 n. 138»

La legge in questione è quella che vieta la produzione di derivati del latte con materie prime che non siano latte puro. La norma, già all’articolo 1, parla chiaro.

E’ vietato detenere, vendere, porre in vendita o mettere altrimenti in commercio o cedere a qualsiasi titolo o utilizzare: a)  latte  fresco destinato al consumo alimentare diretto o alla preparazione di prodotti caseari al quale sia stato aggiunto latte in polvere  o altri latti conservati con qualunque trattamento chimico o comunque concentrati; b)  latte  liquido destinato al consumo alimentare diretto o alla preparazione  di  prodotti  caseari ottenuto, anche parzialmente, con latte   in  polvere  o  con  altri  latti  conservati  con  qualunque trattamento chimico o comunque concentrati; c)  prodotti caseari preparati con i prodotti di cui alle lettere a) e b) o derivati comunque da latte in polvere.

Niente latte in polvere nei formaggi, punto e basta, dice la legge.

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FORMAGGI SENZA LATTE, LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE DELLE MERCI

Su questo, però, l’Unione Europea sembra avere più di qualcosa da ridire: secondo le istituzioni europee, una normativa del genere andrebbe a violare il divieto di libera circolazione delle merci, caposaldo dello spazio europeo: il latte in polvere esiste, è una merce di libera vendita e non sono ammesse misure protezionistiche nello spazio europeo. Così, contro la legge che vieta il latte in polvere nei formaggi è partito il primo atto della procedura di infrazione europea.

Si chiede all’Italia di consentire la produzione di quelli che Coldiretti chiama «formaggi senza latte» ottenuti con la polvere e nello stesso tempo di aprire il nostro mercato ai «formaggi senza latte» provenienti dall’estero che finora non potevano arrivare sulle nostre tavole. In caso contrario il rischio è quello di una procedura di infrazione con le sue conseguenze.

Questo cosa significa?

formaggi senza latte vetrina

FORMAGGI SENZA LATTE, LA PROCEDURA DI INFRAZIONE

Innanzitutto una lettera della Commissione Europea che mette in mora l’Italia di per sé vuol dire molto poco: la Commissione ha chiesto chiarimenti all’Italia, che ha sessanta giorni di tempo per fornirli a Bruxelles (le istituzioni europee e l’Italia si sono dati appuntamento il prossimo 24 luglio per discutere la materia). Laddove i chiarimenti italiani non soddisfacessero le istituzioni europee, la vicenda sarebbe sottoposta alla Corte di Giustizia e solo se la Corte certificasse la violazione della normativa europea da parte dell’Italia si sarebbe in presenza di un’infrazione, che peraltro comporta il pagamento di una multa visto che l’Europa non ha il potere di cambiare o scrivere leggi Italiane, a meno che non decida di promulgare un regolamento, valido in tutti gli stati dell’Unione. In ogni caso, se la linea europea andasse a buon fine, significherebbe solo che in Italia, secondo i principi europei, deve essere possibile produrre e vendere anche formaggio derivante da latte in polvere, non certo che l’Italia è tenuta a produrre tale merce.

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FORMAGGI SENZA LATTE, LE REAZIONI

Il ministro dell’Ambiente Maurizio Martina ha già fatto sapere che il nostro paese non “si piegherà al diktat europeo”.

In effetti il titolare delle Politiche Agricole ha sottolineato che la vera questione, se passasse la linea europea, la vera problematica diventerebbe quella della trasparenza, nel senso che bisognerebbe provvedere a scrivere sull’etichetta quando un prodotto caseario è creato con latte in polvere o con latte puro. Sulle barricate, prevedibilmente, la Coldiretti.

Per il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo sono «le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei nostri prodotti alimentari». Un «attacco» a un altro dei simboli del made in Italy, che nonostante la crisi cresce: le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate in quantità del 9,3% nel primo trimestre del 2015. 

Sarebbero in ogni caso esclusi da qualsiasi decisione in questo senso i formaggi Dop: Grana Padano, Montasio, Provolone, ma “non la mozzarella” visto che solo la Bufala Campana è Dop.

Immagini: Wikimedia Commons

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