Olimpiadi Roma 2024, ok alla candidatura. Ignazio Marino chiede scusa alla destra

Roma si candida alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi del 2024: l’ok dell’Assemblea Capitolina arriva pochi minuti prima delle 16 dopo una mattinata di interventi fiume della maggioranza e dell’opposizione alla presenza del sindaco di Roma Ignazio Marino, che tarda in aula dopo l’episodio delle minacce pervenute in Campidoglio: un proiettile in busta, con la frase “caro sindaco, lascia in pace l’anti abusivismo, che la gente ha fame. Pensa ai corrotti che hai intorno”. La delibera viene approvata praticamente all’unanimità: 39 favorevoli (c’è stato un problema con il dispositivo di voto elettronico, che non ha contato il voto favorevole di un esponente dell’opposizione), 6 contrari, nessun astenuto.

ROMA SI CANDIDA ALLE OLIMPIADI DEL 2024, MARINO CHIEDE SCUSA ALLA DESTRA

Un consenso ampio per la candidatura olimpica che arriva alla fine di una giornata travagliata, e che dipende in ampia parte dalle scuse che Ignazio Marino pronuncia all’inizio del suo intervento, in chiusura di seduta, riguardo le frasi pronunciate alla festa dell’Unità di Roma contro gli esponenti della destra romana: “Che tornino nelle fogne”, aveva detto Marino. Oggi, rispondendo agli esponenti Lavinia Mennuni di Nuovo Centrodestra e a Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia, Marino ha detto: “Ai consiglieri Mennuni e Ghera dico che quella espressione non la udiranno mai più dalla mia voce perché se nella nostra città c’è del male, c’è anche tanto bene nella destra e nella sinistra”. Merito dell’opera di pressing e mediazione che si è dovuta sobbarcare la sua maggioranza; un esponente di primissimo piano confessa: “Ieri è stata una giornata molto dura, le opposizioni avevano garantito che senza una presa di posizione da parte del Sindaco non avrebbero votato la delibera e questo avrebbe “moncato” la corsa olimpica romana. Abbiamo fatto presente a Marino , dopo contatti con l’opposizione, che sarebbe stato necessario tornare sui propri passi: il sindaco quelle cose non le pensa e probabilmente le ha dette in un momento di particolare emotività; questa è la dimostrazione che la nostra squadra funziona, e che si inizia ad avere una gestione condivisa”. Ma questa amministrazione non ha i giorni contati? “Non so se siano contati, noi lavoriamo perché siano pieni. Oggi abbiamo portato a casa un buon risultato, grazie ad una gestione ordinata. Dovremmo essere così tutti i giorni”.

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ROMA, LA MAGGIORANZA SPAESATA DOPO LE DICHIARAZIONI DI MARINO

Con l’approvazione della delibera la palla passa al Coni, che darà il via alla procedura olimpica il 2 luglio. La mattinata inizia con i volti tirati degli esponenti della maggioranza capitolina: siamo nel giorno dell’uscita dell’intervista di Concita de Gregorio ad Ignazio Marino, in cui il sindaco ha dato l’impressione di essere pronto a sostenere un vero e proprio assedio nel suo ufficio nel palazzo del Campidoglio, con tanto di quaderni in cui il primo cittadino si appunta i discorsi fatti, le conversazioni, le problematiche, un vero e proprio archivio personale. Non si dimetterà né possono farlo dimettere, afferma il primo cittadino; la sua maggioranza tradisce cogli occhi una mattinata faticosa, nel leggere quelle parole. Qualcuno si fa una sonora risata: “Cosa ho fatto dopo aver letto l’intervista del sindaco? Niente, sono andato a lavarmi i capelli”. C’è chi invece confessa più confusione: “Non si capisce niente. Qualcuno dice che duriamo, qualcuno dice che siamo finiti e io non so più a chi credere. Qui si naviga a vista, l’unica cosa che mi fa stare bene è il sapere che ho un lavoro fuori da quest’aula”. Le opposizioni gongolano: “Certo non è un bel momento per loro”. Pesano sull’aula le paure di una terza retata di Mafia Capitale e il sentirsi “appesi” al destino dell’amministrazione Marino che si deciderà a Palazzo Chigi, Matteo Renzi in testa, sopratutto dopo l’arrivo della relazione del prefetto Franco Gabrielli su Mafia Capitale.

ROMA SI CANDIDA ALLE OLIMPIADI DEL 2024, I VOTI CONTRARI

Contrari alla corsa olimpica, prevedibilmente, gli esponenti del Movimento Cinque Stelle: “Quando questa città potrà offrire servizi adeguati ai cittadini e agli atleti, magari durante una giunta a 5 stelle, forse potremo parlare di Olimpiadi”, scandisce Enrico Stefano dal microfono. Riccardo Magi, dei Radicali italiani ed eletto nella lista civica per Ignazio Marino, vota in dissenso dalla sua maggioranza e dunque contro le olimpiadi: “Le sfide olimpiche di questa città, in questo momento, sono altre: l’efficentamento della macchina amministrativa, il completamento delle opere pubbliche. Vorrei far presente in quest’aula che la metro C, che doveva essere pronta per il Giubileo del 2000, non sarà pronta per le olimpiadi del 2024: è matematicamente impossibile”. Contrario anche l’esponente di Noi con Salvini, Marco Pomarici: “Chiedo  al sindaco di occuparsi della normale amministrazione. Se, al termine del suo mandato, consegnera’ ai Romani una Citta’ all’altezza delle altre Capitali internazionali, potra’ ambire a candidare Roma alle Olimpiadi. A partire da quelle del 2032”. Un traguardo davvero lontano nel tempo, e d’altronde il sindaco lo chiarisce: “Stiamo prendendo un impegno che va oltre la fine del nostro mandato”. 

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IGNAZIO MARINO, SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’ RILANCIA: “PATTO PER ROMA E UNA GIUNTA DI QUALITA'”

E chissà se il sindaco non finisca davvero per avere ragione, e in anticipo, per di più: molto dipende da Palazzo Chigi, come dicevamo, con il governo che aspetta la relazione di Franco Gabrielli per far partire la macchina dello scioglimento del Comune di Roma. Sinistra, Ecologia e Libertà, intanto, sembra reinventare il proprio rapporto con il sindaco di Roma: da sempre altalenante il suo rapporto con la giunta, la forza di sinistra ora si propone come nuovo punto d’appoggio di una rinnovata esperienza di governo; ad Ignazio Marino viene proposto un “Patto per Roma” basato su una linea molto più netta nei confronti del governo di Matteo Renzi. E anche il Partito Democratico, dice Nicola Fratoianni in sala del Carroccio, deve scegliere: “Il presidente del Pd Matteo Orfini sostiene questa amministrazione, lo sappiamo, ma sappiamo anche che non decide da solo. E’ Renzi che deve cambiare passo”; “gli proponiamo un patto prima di tutto morale”, dice Gianluca Peciola: “Basta fare campagna elettorale su questa città, non è una cosa che Renzi possa fare. Arrivino subito i fondi del Giubileo, quel Giubileo degli ultimi chiesto da Papa Francesco: saranno soldi utili per rimettere a posto la città. Basta con gli annunci sui ritardi, ora si trasferiscano i fondi e si facciano partire i cantieri”.

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Per SeL è chiaro: “Roma deve mettere in discussione il patto di stabilità interno, che impedisce a tutti gli enti locali di essere amministrati”, dice Nicola Fratoianni: “Possiamo discutere nel merito degli strumenti, se una rivisitazione, se un allentamento o qualcosa di simile; ma la città deve diventare la sede di una riflessione nazionale. Il nostro popolo, la nostra base, ci chiede un cambio di passo radicale, netto e veloce su legalità, qualità della vita, welfare, lavoro, casa e sfratti”. A margine della conferenza stampa, un esponente municipale di SeL ci spiega il senso della posizione del partito: “Quel che conta è un progetto per la città, se c’è quello, creando una giunta di qualità si possono fare miracoli”.

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