Mafia Capitale, perché sono ripartiti gli appalti che interessavano a Salvatore Buzzi?

Mafia Capitale, perché sono ripartiti gli appalti che interessavano a Salvatore Buzzi e che la Regione Lazio aveva fermato? Le autorità competenti che avevano paralizzato la gestione della partita delle case popolari, non ottenendo ulteriori informazioni in merito alla continuazione della sospensiva, hanno ritenuto di far ripartire le assegnazioni.

MAFIA CAPITALE, PERCHE’ SONO RIPARTITI GLI APPALTI CHE INTERESSAVANO A SALVATORE BUZZI?

Se ne occupa il Messaggero nella Cronaca di Roma.

 La circostanza emerge da una lettera datata 5 febbraio che il direttore generale di Ater, Claudio Rosi, ha inviato alla Procura di Roma e all’Autorità Anticorruzione. «Con la presente – è scritto nella lettera allegata agli atti di Mafia Capitale 2 – si informa che questa stazione appaltante, tenuto conto dell’invito della Regione Lazio a dar corso normalmente alle attività in essere, non avendo ricevuto ulteriori indicazioni dalle Autorità in indirizzo, ha provveduto a riprendere» le procedure di gara sospese.

Si tratta di importi molto grossi quali “uno da 25,6 milioni di euro per la manutenzione del verde e la pulizia degli immobili Ater, un altro da 8milioni per servizi di video ispezione, spurgo fognature, un terzo da 15 milioni per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle case Ater”, tutti settori in cui le cooperative di Salvatore Buzzi nel passato hanno lavorato moltissimo e hanno fatto i loro imponenti guadagni. 

LEGGI ANCHE: Mafia Capitale lucrava anche sulla ricostruzione dell’Aquila

MAFIA CAPITALE, IL PATTO DEGLI APPALTI

Buzzi, in alcuni settori, scrivono gli atti di indagine, è davvero il re di Roma. C’era un particolare manuale Cencelli, un manuale di spartizione che stabiliva a chi dovessero andare gli appalti , per aree di influenza o di interesse, come una sorta di “campi assegnati”.

L’emergenza abitativa era prerogativa totale delle cooperative di Buzzi o a lui vicine (Domus Caritas e Cascina), mentre per l’accoglienza dei migranti si doveva fare ”cartello” anche con gli abituali concorrenti. Un caso per tutti è l’aggiudicazione degli appalti per 580 persone e la gestione dei residence di Valcannuta e di Montecarotto. Il patto di non belligeranza, scrivono in Carabinieri del Ros, è il seguente: «a fronte della richiesta di rinuncia alla partecipazione alla gara per l’emergenza alloggiativa del Comune di Roma», Buzzi proponeva alle cooperative concorrenti «la partecipazione, con la creazione di un’Ati, a un bando per assicurare servizi di accoglienza ai migranti richiedenti protezione internazionale già presenti e a quelli eventuali futuri, e la gestione dei servizi connessi».

Qualcuno gestiva l’emergenza alloggiativa, ma si mangiava tutti: gli altri magari fornivano servizi ausiliari o altro. Il tutto, ovviamente, per accantonare le partite veramente interessanti: “A luglio del 2014 Buzzi spiega ai suoi che per il Cara di Castelnuovo di Porto non potranno ”aggredire” i concorrenti, perché nei loro confronti sono in condizioni di debito”.

Share this article