Italicum, il governo ottiene la terza fiducia – DIRETTA

Ore 17.23 – La maggioranza di governo ha perso 10 voti nell’arco dei tre voti di fiducia agli articoli 1,2 e 4 dell’italicum di ieri e oggi. Con la prima fiducia l’Italicum aveva ottenuto 352 voti a favore, con la seconda 350, con l’ultima 342. la Camera è convocata per lunedì 4 alle ore 12.

 

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Ore 17.20 – Il governo ha incassato dalla Camera dei deputati anche la terza e ultima fiducia posta dal governo sulla riforma elettorale. I sì al cosiddetto Italicum sono stati 342, i no 15, gli astenuti uno. Le opposizioni non hanno partecipato alla votazione. Il voto finale sul provvedimento è ora previsto per la serata di lunedì 4 maggio.

Ore 17.08 – Come accaduto per la prima chiama, anche nella seconda le opposizioni non partecipano al voto.

Ore 17.03 – È terminata la prima chiama del voto di fiducia sull’articolo 4 (ultimo) della riforma elettorale. Il voto finale è previsto per lunedì. Il governo ha già posto la questione di fiducia agli articoli 1 (votato ieri) e 2 (votato stamane).

Ore 17.02 – Sembra allontanarsi alla Camera l’ipotesi di un voto segreto per la votazione finale di lunedì. Le opposizioni sembrano infatti intenzionate a ricorrervi per evitare di compattare la maggioranza che sostiene l’Italicum (come già successo ieri nel voto sulle pregiudiziali di costituzionalità). Fonti di Sel e Forza Italia spiegano che la segretezza del voto può compattare la maggioranza perché spaventa quei dissidenti del Pd che finora sono stati fermi sul non voto alla fiducia. Ilr ischio è insomma quello di lasciare, con il voto segreto, isolate le opposizioni e trasformare l’esito delle votazioni alla Camera in una vittoria per Renzi e non in una sconfitta.

Ore 16.53 – Le opposizioni stanno facendo fronte comune evitando di partecipare alla prima chiama della terza votazione di fiducia, in corso a Montecitorio sull’articolo 4 dell’Italicum. La questione di fiducia era già stato posta ieri all’articolo 1 e stamattina all’articolo 2. La decisione di questi minuti, a quanto si apprende da fonti parlamentari, sarebbe stata presa dopo una serie di incontri tra i vari capigruppo di Forza Italia, Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia e Sel.

Ore 16.24 – Intanto continuano ad esprimere soddisfazione per le fiducie ottenute i rappresentanti del governo. «Finalmente siamo vicini al via libera definitivo della legge elettorale, è un fatto molto importante che aspettiamo da molti anni», ha detto il ministro dell Pa Marianna Madia intervenendo al Salone della giustizia.

Ore 16.12 – Non si placano le forti critiche dell’opposizione di centrodestra alla riforma del voto. La deputata di Forza Italia ed ex ministro Mara Carfagna si dice favorevole ad un referendum per abrogare l’Italicum. «Forza Italia – ha dichiarato durante le votazioni a Montecitorio – vuole riformare e non calpestare le istituzioni. Se democrazia immediata e diretta deve essere, lo sia davvero. Rivolgo un appello a chi non condivide questa legge: sediamoci e immaginiamo di promuovere un referendum, diamo la parola ai cittadini e chiediamogli cosa pensano dell’Italicum e se lo vogliono abrogare». L’ipotesi di un referendum piace anche a Movimento 5 Stelle e Sel.

Ore 16.00 – Riprendono i lavori alla camera con il voto all’articolo 4 dell’Italicum con chiamata nominale. Si tratta del terzo voto di fiducia dopo quello su articolo 1 e 2. La legge è composta di 4 articoli.

 

italicum(Foto da diretta streaming di webtv.camera.it)

 

Ore 15.30 – Intanto non è ancora stato richiesto lo scrutinio segreto per la votazione finale. Nessun cenno in conferenza dei capigruppo, anche se la sede ufficialo per avanzare la richiesta è l’Aula. Le opposizioni, da Fi al M5S, stanno però riflettendo sull’opportunità di votare in modo palese.

Ore 14.45 – Alla Camera proseguono intanto le dichiarazioni di voto, in vista delle votazioni sulla fiducia all’articolo 4 dell’Italicum.

Ore 14.15 «Presenza obbligatoria senza eccezione alcuna». Questa è l’indicazione tassativa inviata ai deputati del Partito democratico per il voto finale sull’Italicum, previsto per lunedì sera intorno alle 22.

Ore 13.45 – Intanto, dal Pd è il vicecapogruppo vicario Ettore Rosato a spiegare che, dopo il voto sull’Italicum, «si terrà la settimana prossima la riunione per decidere il nuovo capogruppo dem» che sostituirà il dimissionario Roberto Speranza. Il deputato lucano è tra i 37 della fronda dem che non ha votato la fiducia al governo sulla legge elettorale. 

Ore 13.15Forza Italia e Lega Nord hanno abbandonato la riunione dei capigruppo, in segno di protesta. Come hanno spiegato ai cronisti, la polemica è indirizzata nei confronti della presidente Laura Boldrini. Il capogruppo azzurro Renato Brunetta ha attaccato la “gestione da notaio della terza carica dello Stato, che si limita a registrare quanto deciso dal Pd». Critico anche il leghista Massimiliano Fedriga: «Non ci sentiamo rappresentati in alcun modo. Boldrini farebbe meglio a dimettersi»

Ore 13.00 –  Il voto finale sull’Italicum, a scrutinio segreto, è previsto per lunedì sera. Dopo la fiducia sull’articolo 4, i lavori oggi saranno sospesi. Riprenderanno lunedì mattina alle 12, con 11 ore di dibattito. Poi il voto decisivo.

Ore 12.44 – Rispetto alla fiducia incassata all’articolo 1 dell’Italicum, il governo ha due voti in meno (350 contro i 352 di mercoledì). Il motivo? Due deputati del Pd, Fragomeni e Sgambato, non hanno potuto partecipare al voto per motivi personali ((la nascita di un figlio e un incidente stradale). Nel computo dei “sì” si aggiunge oggi quello di Lapo Pistelli (ieri era in missione, ndr), ma viene a mancare il voto favorevole di Toni Mattarelli di Sel, che ieri al contrario ha votato la fiducia.

Ore 12.40Nel pomeriggio sarà votata la fiducia sull’articolo 4 a partire dalle 16,00 (dichiarazioni di voto dalle 14,15, ndr).

Ore 12.25 – Secondo fonti parlamentari si conferma la fronda dei ribelli in casa dem: sarebbero stati 37 a uscire (ieri 38), poi ci sarebbero stati altri 5 assenti “giustificati”.

Secondo i calcoli al Nazareno, i “dissidenti” risultano essere gli stessi di ieri, perché rispetto all’elenco dei 38 “non giustificati” che non hanno risposto alla chiama sull’articolo 1 andrebbe tolto il lettiano Vaccaro. Quest’ultimo, spiegano dal Pd, non sarebbe assente per dissenso.

Ore 12.15 – Così come avvenuto nel corso della fiducia sull’articolo 1, i big democrat della “fronda dei 38” come l’ex segretario Pier Luigi Bersani, l’ex premier Enrico Letta e gli ex candidati alla segreteria Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati non hanno partecipato al voto.

Ore 12.11La Camera ha approvato la fiducia sull’articolo 2 con 350 sì, due in meno rispetto alla quota raggiunta mercoledì. Sono stati 193 i voti contrari (ieri erano stati 207, 14 in più) più un astenuto (come ieri). Presenti in Aula in 544, hanno votato in 542.

Ore 12.05 – Intervistato da SkyTg24, Giuseppe Civati ha lasciato intendere che qualcosa potrebbe succedere in casa Pd la prossima settimana, quando è previsto il voto finale sul provvedimento: «Il 5 maggio diremo cosa faremo in futuro» 

Ore 12.00 – Critica sulla scelta del governo di porre la fiducia sull’Italicum anche la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso«I precedenti parlano da soli», ha commentato in modo laconico. Con un chiaro riferimento agli unici due precedenti di fiducia su riforma in materia di legge elettorale: la lontanissima legge Acerbo del 1923 e la “legge truffa” del 1953. 

Ore 11.50 – Il deputato Pd Matteo Mauri, che mercoledì ha annunciato il documento dei “50 responsabili” di Area Riformista che hanno votato la fiducia, ha confermato come non dovrebbero esserci sorprese nei voti di fiducia sugli articoli 2 e 4 dell’Italicum: «È come se fosse una fiducia unica divisa in tre parti», ha precisato

Ore 11.40 – In base a un sondaggio Ixè per Agorà, la maggioranza degli italiani (51%) non ha apprezzato la scelta di Renzi di porre alla Camera la fiducia sulla legge elettorale. Il 32% condivide invece la decisione del premier.

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Ore 11.10 – In vista del voto finale sul provvedimento, altri ribelli in casa dem potrebbero aggiungersi alla “fronda dei 38“. Tra questi ci sarà Enzo Lattuca, che ieri ha votato la fiducia sull’articolo 1, ma che non darà il proprio sostegno all’Italicum nell’ultimo passaggio, dove non ci sarà la fiducia e si voterà a scrutinio segreto.

«Mi chiedo se il segretario del nostro partito si vuol far carico anche della necessità di tenerlo unito questo partito, e non di approfittare di quelle che possono essere divisioni all’interno della sinistra del Partito democratico. Se si è responsabili fino in fondo si lavora per unire, e non per dividere», ha precisato ad Agorà. «Certamente non mi nasconderò dietro il voto segreto, non è questo il mio stile. Quindi, quando la prossima settimana si voterà, o non parteciperò al voto oppure non darò il mio voto favorevole a questa legge».

 

Ore 11.05 –  Il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, intervistato da SkyTg24, attacca la sinistra dem che ha deciso lo strappo sull’Italicum, seppur escludendo sanzioni disciplinari verso i “ribelli“: «Lavoreremo per recuperare compattezza nel gruppo, ma i 38 hanno sbagliato a non votare la fiducia. Il problema è politico, relativo a come si sta in un gruppo. Chi ha strappato credo debba essere molto chiaro su perché lo ha fatto e su cosa vuole fare». 

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Ore 10.57 – Mentre proseguono i voti a Montecitorio, via Facebook dal M5S vengono lanciate provocazioni verso la minoranza Pd. Vito Crimi, ex capogruppo in Senato, attacca la sinistra dem: «Arrivano i ribelli del Pd…tremate. Dopo aver ingoiato porcate a raffica con fiducia incorporata, dal decreto Imu-Banca d’Italia allo ‪Sfascia-Italia‬, dal ‪‎Salva-Ilva‬ al ‪‎Precari-Act‬, ora si “ribellano” all’‪Italicum. Perché, udite udite, è in gioco la “democrazia”, e avvengono “forzature”. Fanno quasi tenerezza»

ARRIVANO I RIBELLI DEL #PD… TREMATEDopo aver ingoiato porcate a raffica con fiducia incorporata, dal decreto…

Posted by Vito Crimi on Thursday, April 30, 2015

 

Ore 10.45 – In Aula è ripresa la seduta con le operazioni di voto:

 

Italicum fiducia

 

Ore 10.35 – Intanto il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha difeso la scelto dell’esecutivo di chiedere la fiducia sulla legge elettorale, invitando poi alla trattativa sul Senato e le riforme costituzionali:

«Chi vuole utilizzare il voto segreto, magari per far cadere il governo o per metterlo in difficoltà, non si deve poi meravigliare che il governo usi la fiducia, perché la fiducia è la risposta all’uso e l’abuso del voto segreto. Ora chiediamo al governo e alla maggioranza di modificare la riforma costituzionale. La proposta del nostro senatore Quagliariello potrebbe dare ai cittadini una possibilità maggiore di esprimersi», ha concluso il leader del Nuovo Centrodestra.

Ore 10.30 – Terminano le dichiarazioni di voto sulla fiducia. Sospesa la seduta per dieci minuti. Poi si voterà per appello nominale. La chiama avrà inizio dalla deputata Costantino

Ore 10.25 – In Aula interviene a difesa dell’Italicum per il Partito democratico Alan Ferrari.

Intanto, il voto finale sul provvedimento, il passaggio decisivo a scrutinio segreto, potrebbe tenersi già lunedì 4 maggio. Lo confermano fonti parlamentari della maggioranza. In un primo tempo si prevedeva l’ultimo atto per martedì 5, ma possibili disagi legati allo sciopero contro il Ddl scuola (previsto nella stessa data) potrebbero far anticipare la votazione. Si deciderà nella conferenza dei capigruppo di Montecitorio che si riunirà alle 11.30.

Ore 10.10 – Sel conferma che non voterà la fiducia al governo sull’art. 2 della nuova legge elettorale, come ha annunciato in Aula il deputato Stefano Quaranta: «Introdotto con l’Italicum l’il presidenzialismo alla fiorentina».

Non voterà la fiducia, come prevedibile, nemmeno il M5S, come ha annunciato in Aula la deputata pentastellata Federica Dieni.

Ore 10.00 – Interviene in Aula la deputata forzista Michaela Biancofiore, tornando ancora una volta sulla questione Trentino Alto Adige. Già mercoledì e anche sul voto sulle pregiudiziali, Biancofiore aveva accusato che, con l’Italicum, «il Trentino viene estrapolato dal sistema delle autonomie italiane, senza motivazione pertinente, violando il diritto di uguaglianza di tutti i cittadini». Per Biancofiore sarebbero lesi i diritti delle minoranze linguistiche, in particolare quella italiana dell’Alto Adige: «Si vuole solo impedire che il centrodestra italiano – ma anche il Pd in Alto Adige – abbia una rappresentanza. Questo Parlamento cede da 50 anni il Trentino Alto Adige a una minoranza linguistica che minoranza di fatto non è».

Poi ha aggiunto: «Matteo Renzi è passato da essere “gagliardo” a “infingardo” che, preciso, non è una parolaccia», precisando che Forza Italia non voterà la fiducia posta dal governo sull’articolo 2 dell’Italicum.

Ore 9.50 – Conferma il via libera alla fiducia anche il gruppo di “Per l’Italia“, come ha spiegato a Montecitorio il deputato Roberto Capelli.

Contrario invece la Lega Nord, come ha ribadito in aula Filippo Busin.

Ore 9.45 –  Gli ex 5 Stelle di Alternativa libera (Rizzetto, Mucci, Prodani, Artini e non solo) hanno confermato che non voteranno la fiducia al governo sulla legge elettorale. Nemmeno sull’articolo 2 dell’Italicum, come ha annunciato in Aula il deputato Samuele Segoni. «No, non voteremo. Non c’è alcun presupposto per poter votare in modo favorevole sulla legge elettorale», aveva spiegato a Giornalettismo la stessa Mucci nel corso del primo voto di mercoledì pomeriggio. In vista del voto finale sul provvedimento, la deputata ha però precisato che l’intenzione del gruppo è quella di restare in Aula: «L’Aventino? No, non sono d’accordo con la scelta di uscire. Non è mai servito», ha anticipato.

Ore 9.38 – Contraria alla fiducia sulla legge elettorale anche Fdi-An, come ha spiegato Gaetano Nastri. 

Favorevole, al contrario, il Partito socialista italiano, come ha precisato in Aula la deputata Pia Locatelli durante le dichiarazioni di voto. Negli scorsi giorni era stato Marco Di Lello a esprimere perplessità sulla scelta di chiedere la fiducia sull’Italicum. Una decisione considera una “forzatura” da parte dell’esecutivo:

Ore 9.20 – Intanto, dopo le divisioni dentro il Pd sulla legge elettorale, è stato Matteo Mauri, con Martina e Pizzetti a capo della corrente dei “50 responsabili” di Area Riformista, a spiegare dal proprio sito personale perché ha deciso votato la fiducia:

«Aver messo la fiducia sulla legge elettorale è un atto che si sarebbe potuto evitare. In queste ore veniamo chiamati a esprimere ad alta voce la nostra posizione. Dovremo dire se confermiamo la nostra fiducia al Governo oppure no. Lo facciamo di fronte ai cittadini italiani. Se non ci fossero i numeri il Governo cadrebbe, con tutte le conseguenze del caso. E cadrebbe sulla legge elettorale. Tutti riconoscono che la legge elettorale uscita dal Senato sia molto migliore di quella votata dal PD nel primo passaggio alla Camera. E se è migliore è grazie alle modifiche significative frutto soprattutto del lavoro di Area Riformista e del dialogo dentro il PD. Un risultato che abbiamo il dovere di rivendicare con forza anche se non condividiamo il numero eccessivo di eletti bloccati. L’abbiamo detto, scritto e lo confermiamo. Ma questi motivi sono sufficienti per far cadere un Governo, il nostro Governo, e per di più in questa fase delicatissima per l’Italia? Noi di Area Riformista che abbiamo deciso di votare la fiducia crediamo di no. Per questo la votiamo»

Mauri, con il pugliese Ginefra, il ministro Martina, Cesare Damiano e gli altri responsabili di Ar rivendica adesso che Renzi renda concrete le aperture alle possibili modifiche al Ddl Boschi sulle Riforme costituzionali:

«Abbiamo sempre creduto che il punto di equilibrio sulle Riforme si potesse trovare non concentrandosi solo sulla legge elettorale ma sull’equilibrio tra la nuova legge elettorale e le Riforme Istituzionali. In particolare sulle funzioni e sulla conseguente composizione del Senato. Noi ci crediamo veramente».

Ore 9.10Sono cominciate nell’aula alla Camera le dichiarazioni di voto sulla seconda delle tre fiducie poste dal governo sulla riforma elettorale.

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Incassato il via libera sull’articolo 1 dell’Italicum, il governo punta a concludere l’iter della fiducia a Montecitorio con gli altri due voti sull’articolo 2 (in mattinata) e quello sull’articolo 4 della legge elettorale (dichiarazioni di voto a partire dalle 14.30, voto dalle 16). La riunione dei Presidenti di Gruppo ha stabilito di applicare il cosiddetto “Lodo Iotti“: ovvero, la prassi secondo cui è possibile illustrare gli emendamenti per trenta minuti, ma non di votarli, in quanto il Governo ha posto la questione di fiducia (in base al comma 2 dell’articolo 116 del Regolamento della Camera, ndr). 

Italicum, la diretta del primo voto della legge elettorale
ANSA/ANGELO CARCONI

I VOTI DI FIDUCIA E L’ATTESA PER IL PASSAGGIO FINALE A SCRUTINIO SEGRETO –

Oggi non si attendono particolari novità rispetto a quanto accaduto mercoledì, con lo strappo dei 38 dem che non hanno risposto alla chiama e non hanno votato la fiducia al governo.

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Al di là delle votazioni di fiducia sugli articoli della legge, più che blindati, è però il passaggio finale a scrutinio segreto della prossima settimana il vero obiettivo di opposizioni e (di quel che resta) della sinistra del Pd. L’unico possibile rischio per la maggioranza renziana. In realtà, soltanto in teoria, dato che il governo si prepara a incassare anche il “soccorso azzurro” dei verdiniani di Forza Italia (a meno che Silvio Berlusconi decida l’Aventino, costringendo la fronda Nazarena a scegliere se seguirlo o a strappare in modo palese entrando in Aula). Ma non solo. In Transatlantico da fonti parlamentari raccolte da Giornalettismo si mormora anche come, nel segreto dell’urna, anche dal fronte M5S,  potrebbero arrivare voti a sostegno dell’Italicum: «Per Grillo e il M5S l’Italicum è la legge perfetta, soprattutto sul premio alla lista», provocano dalla maggioranza renziana

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