Antonella Leardi “Contro di me macchina del fango”

Antonella Leardi e Giovanni Esposito sono stati ospiti di Lucia Annunziata a « In mezz’ora» e hanno risposto alle polemiche emerse negli ultimi giorni tra la tifoseria romana.

ciro esposito

I GENITORI DI CIRO ESPOSITO –

Ciro Esposito era un tifoso napoletano ucciso a colpi d’arma da fuoco durante gli scontri che hanno preceduto la finale di Coppa Italia a Roma, lo scorso anno. Sua madre non si è rassegnata alla fatalità, ha spiegato a Lucia Annunziata: «Io ho scelto di non vivere il lutto chiusa in casa, ma ho sposato una causa per provare a cambiare qualcosa nel mondo del calcio, affinché mai più ci siano morti innocenti durante le partite di calcio». Attivismo che però ha irritato parte dei tifosi, al punto che la signora è finita oggetto di un disgustoso attacco portato con uno striscione indegno esposto all’Olimpico. Striscione per il quale il padre di Ciro Esposito, Giovanni, ha detto che non si rivolgeranno alle autorità: «Chi ha messo quello striscione se la vedrà con il Signore».

LA MACCHINA DEL FANGO –

Il problema però non è stato solo nello striscione: «La mia paura è di una violenza verbale: mi insultano su Facebook, sono presa di mira anche sulla pagina dell’associazione dedicata a mio figlio. Si è messa in moto la macchina del fango contro me e la mia famiglia. E non ho mai dato adito alle tifoserie di attaccarmi, non ho mai istigato nessuno». E anche con gli autori dello striscione la signora non usa toni forti: «quelli che hanno scritto quelle frasi offensive allo stadio di Roma, hanno il cuore arido».

IL PERDONO E QUEI TIFOSI… –

La mamma di Ciro ha ricordando che lei ha perdonato chi ha sparato “fin da subito”, ma che «Chi ha ucciso mio figlio non dovrebbe nemmeno esistere. Poi se c’è chi scrive queste cose, non so se è d’accordo con De Santis, ma per l’Italia è un problema serio: chi uccide a sangue freddo con dei bossoli che si aprono una volta dentro il corpo, è peggio dei killer professionisti. Se questi tifosi sono con gente così è un vero problema. Non si è calmato ancora niente – ha aggiunto -. Sono tutti con questo Gastone… (il presunto killer del figlio ndr). Speravano forse che uscisse pulito anche da questa situazione”.

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PIÙ DASPO –

E più energia contro tifosi del genere chiede anche il marito, secondo il quale: «dovevano chiudere lo stadio Olimpico come fecero con il San Paolo, purtroppo non studio legge quindi non posso giudicare se fanno bene o male. Non ce l’ho con la Roma o con la squadra – ha aggiunto – siamo stati 50 giorni a Roma e il sindaco, che è del mio partito, non è mai venuto a chiederci se ci serviva un bicchiere d’acqua o una coperta. Si è scusato dopo un anno». E poi: «Il Daspo devono averlo tutti, anche i giocatori, se sbagliano, non solo i tifosi. Il sogno – ha concluso – è uno stadio senza barriere, dove possono andare le famiglie, con pace e serenità, senza coltelli e armi».

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