Roma, a Pasqua maestre pagate per non fare niente: il pasticcio del sindaco Ignazio Marino

Maestre Roma, il sindaco Ignazio Marino si è infilato nel pasticcio delle maestre elementari e delle scuole dell’infanzia di Roma: secondo il nuovo contratto decentrato dei dipendenti comunali, approvato unilateralmente dal Campidoglio senza l’accordo dei sindacati, equipara le maestre e le educatrici ai dipendenti comunali. Questo vuol dire che per loro il calendario scolastico in realtà non vale: anche se i bambini sono a casa, loro si devono presentare al lavoro. Nelle scuole o nei Municipi.

IL SINDACO IGNAZIO MARINO E IL PASTICCIO DELLE MAESTRE  A ROMA

Ed è quello che è successo, con effetti paradossali, riporta il Tempo.

La certezza di una simile follia è arrivata il 31 marzo. Martedì, alla vigilia della pausa pasquale. Così le maestre, migliaia, ieri mattina si sono dovute recare o presso le proprie scuole, vuote proprio come uova di cioccolata, o nei Municipi, laddove i dirigenti scolastici hanno lasciato i cancelli chiusi. Sette ore e 12 minuti senza fare nulla, o davanti a banchi vuoti oppure ammassate in piccole stanze messe a dispozione dai Municipi.

Ecco il racconto di quanto accaduto nel XII Municipio, Gianicolense, sempre dal Tempo.

Sono passate da poco le 8.00 e centinaia di educatrici invece di timbrare il cartellino a scuola sono andate nelle sedi municipali delle circoscrizioni di appartenenza. Nel XII municipio, ad attenderle, non ci sono postazioni con pratiche da svolgere, bensì una stanza al piano zero, priva di sedie. Un pertugio completamente sporco, pieno di polvere. Le maestre chiedono ai responsabili cosa fare e la risposta è alquanto imbarazzante: «non ve lo sappiamo dire» risponde un dirigente. Sicuramente non possono star in giro, tantomeno uscire, significherebbe abbandonare il posto di lavoro, causa di licenziamento. Allora Cinzia e le altre maestre si parcheggiano in quest’angusto spazio intriso di polvere e puzza a non far nulla. C’è chi gioca con l’iphone, chi legge un giornale, chi fa la settimana enigmistica. Un modo come un altro per ammazzare tempo e nervoso in attesa dello scadere delle ore

“Sette ore e dodici minuti in piedi o sedute per terra, ammassate stile carro bestiame. È questa la considerazione e il riconoscimento della nostra professionalità e soprattutto dignità?”, chiede una maestra, rappresentante sindacale delle sue colleghe.

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LE PROTESTE

L’opposizione, chiaramente, è sulle barricate: ma per una volta i primi a lamentarsi sono in realtà i presidenti di municipio, tutti di centrosinistra, posti in una situazione di discreto imbarazzo dalle azioni della giunta.

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Duro anche il presidente del IX, Andrea Santoro: «I disagi legati all’entrata in vigore del contratto unilaterale si stanno evidenziando soprattutto nel comparto scolastico. Quando metà dei dipendenti comunali, tra cui migliaia di insegnanti, lavorano nei Municipi, i presidenti non possono essere trattati da spettatori» Il senatore del Nuovo Centrodestra Andrea Augello annuncia battaglia in Parlamento.

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Il centrodestra in Campidoglio si scatena.

Per il consigliere Fi, Dario Rossin «la filosofia di Marino è quella dell’”io speriamo che me la cavo”; chiede l’annullamento dell’atto unilaterale il capogrupp Fdi, Ghera, mentre Giordano Tredicine, sempre Fi, si rivolge alle educatrici: «Perdonate Marino non sa quel che fa». Intanto le maestre si ritrovano o nelle scuole vuote, senza peraltro servizio mensa e pulizia, o ammassate in aule dei Municipi. In barba alla valorizzazione umana e professionale.

Dalla giunta il titolare della Scuola Paolo Masini tenta di gettare acqua sul fuoco: “Le attività di programmazione da effettuare nelle ore lavorative durante le vacanze dei bambini, previste dal nuovo contratto – si sono svolte regolarmente nella gran parte del territorio capitolino”

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