Yara, nuova perizia: «Non attribuibile a Bossetti una traccia di dna»

27/01/2015 di Redazione

Si infittisce il giallo sulla morte di Yara Gambirasio, avvenuto il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra, Bergamo. Le prove che incastrano Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno per l’omicidio della giovane, sono al centro di una battaglia tra accusa e difesa fatta di perizie e controperizie e le ultime notizie potrebbero portare a una svolta, segnando un punto a favore dell’imputato: nella relazione confezionata da Carlo Previderè, ricercatore del laboratorio di genetica forense dell’Università di Pavia, su richiesta del pm di Bergamo Letizia Ruggeri non ci sarebbe corrispondenza tra il dna mitocondriale di Bossetti e quello di ‘Ignoto 1’, ossia l’assassino di Yara. L’analisi è contenuta in una tabella: ciò che si riteneva impossibile da mappare – troppo deteriorato il reperto – è stato ora analizzato e isolato. Per la difesa non c’è dubbio: «Basta arrampicarsi sugli specchi: non c’è nessuna prova regina e Bossetti deve essere subito scarcerato». Per il consulente della famiglia Gambirasio la nuova perizia non sposta nulla: «È solo un’interpretazione: resta la piena compatibilità del dna nucleare»

 

LEGGI ANCHE Yara: «Bossetti potrebbe essere stato vittima di un clamoroso errore»

 

CONTROPERIZIA – Le tesi dell’accusa comunque sembrano ora molto meno salde: ecco perché gli avvocati di Bossetti – arrestato il 16 giugno scorso – starebbero preparando una nuova istanza di scarcerazione. La prima richiesta fu rigettata dal Tribunale del Riesame di Brescia. Scrive Il Messaggero:

Se si aggiunge il fatto che sul corpo di Yara è stato repertato altro dna mai analizzato, che le proporzioni tra il dna maggioritario e minoritario nei campioni misti si sono invertite (prevale quello di Yara per 4/5, quello di ‘Ignoto 1’ è solo 1/5) e che sugli automezzi di Bossetti non è stata trovata alcuna traccia della ginnasta, ora per il muratore si riaccende la speranza di tornare libero in attesa del processo. La Procura ha tempo fino al 30 gennaio per chiedere il giudizio immediato

DOPO IGNOTO 1 ARRIVA IGNOTO 2 –

Leggo riporta il contenuto di una tabella del Ris firmata lo scorso 5 gennaio da Carlo Previderè, ricercatore responsabile del laboratorio di genetica forense dell’Università di Pavia e incaricato dal pm di Bergamo Letizia Ruggeri di analizzare i capelli e i peli trovati sul corpo della vittima, secondo cui nell’inchiesta sull’omicidio di Yara Gambirasio spunterebbe anche dopo «Ignoto 1» anche «Ignoto 2». Secondo quanto riportato a pagina 110, a fronte di quantità «significativamente elevate di Dna maschile in tali campioni (circa il 70% nel campione 31G20)» che consentono l’identificazione di Ignoto 1, l’analisi mitocondriale evidenzia una «componente maggioritaria» riferibile a Yara e una minoritaria di «difficile interpretazione».

LA STRISCIA MITOCONDRIALE DI BOSSETTI NON C’È –

Tale situazione sembra Situazione «apparentemente in contraddizione rispetto a quanto atteso dalle analisi genetiche su campioni biologi commisti» a cui l’esperto tenta di dare una spiegazione. Nella sua relazione Previderè spiega che «ci può essere un numero di mitocondri diverso nelle cellule delle due componenti, vittima e indagato, nel caso in cui queste provengano dallo stesso tessuto biologico (per esempio sangue vittima e sangue indagato). Per un ipotesi il profilo mitocondriale di Yara può aver ‘coperto’ quello di ‘Ignoto 1’. Il punto è che la striscia mitocondriale di Bossetti non c’è. E sono i Ris a dirlo in una tabella dove, oltre al Dna della vittima e dell’indagato, c’è una stringa di dati che potrebbe restituire informazioni genetiche, in linea materna, di un ceppo familiare di cui nulla si sa al momento.

(Foto di copertina da archivio LaPresse)

Share this article