Maccio Capatonda: «Italiano medio, un film nel segno di Cinico Tv»

Maccio Capatonda presenta il suo film d’esordio, «Italiano medio», che racconta la storia di Giulio Verme, un ambientalista vegano impegnato in una battaglia contro la televisione. Un film che, per dirla alla Maccio Capatonda, alias Marcello Macchia, che recupera «la tradizione del cinema a personaggi, quelli alla Verdone, Benigni, Troisi. I miei veri miti poi sono Ciprì e Maresco di Cinico Tv. Io sono cresciuto con il cinema di Zemeckis, i comici italiani e i cartoon americani tipo Simpson e Griffin».

Maccio Capatonda: «Italiano medio, nel segno dei Simpson e di Cinico Tv»
Stefano Colarieti / La Presse

MACCIO CAPATONDA E LA STORIA DI GIULIO VERME –

Nell’intervista raccolta da Repubblica Marcello Macchia racconta che il suo protagonista, alla soglia dei quarant’anni, si sente deluso dai genitori dipendenti dalla televisione e avvilito per i valori della società che lo circonda. Scenografia della sua vita una casa fatta di materiali riciclati e un lavoro da smistatore di rifiuti. La sua compagna, Franca, architetto impegnato nel sociale, viene accusata di mettere la mozzarella nell’insalata. La sua vita cambierà dall’arrivo inaspettato del suo vecchio compagno di scuola, Alonzo, interpretato da Luigi Luciano, conosciuto anche come Herbert Ballerina, che propone al protagonista la pillola miracolosa che cambia la sua vita.

I PERSONAGGI ED IL METODO FORONI –

Marcello Macchia/Maccio Capatonda in conferenza stampa spiega di essersi ispirato da «chi ho incontrato sulla mia strada e a tutta la tv che ho visto da ragazzo e da lì ho tirato fuori questi personaggi». Nasce così Cartelloni, imprenditore senza scrupoli giudice al talent show Mastervip, Rita Levati Mocassini che investe i suoi soldi nella causa ambientalista, Roberto Salviamolo chiamato a sostenere ogni tipo di campagna mediatica, Alex Del Pirlo il calciatore testimonial col posto fisso nel privé delle discoteche. E ancora, continua Alonzo-Ballerina: «Sul set io utilizzo il metodo Foroni. Non è il metodo Stanislavskij, non è lo Strasberg ma consiste semplicemente di arrivare sul set, non capire cosa succede, imparare la battuta e dirla… così senza sovrastrutture».

 

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I NON ATTORI DI MACCIO CAPATONDA –

Maccio Capatonda ha scelto di usare nel film tutti i suoi non attori che hanno fatto la fortuna nel gruppo nelle parodie diventate famose in tutta italia grazie alla Gialappa’s Band. Marco Belardi, produttore della pellicola, a tal proposito è a dir poco chiaro: «Quando sono stato sul set la prima volta e ho visto questi attori di Maccio che non riuscivano a dire una frase completa ho sudato freddo, poi in realtà le cose sono andate lisce perché Maccio li sa guidare».

CHI È L’ITALIANO MEDIO

Ed eccolo l’italiano medio di Maccio Capatonda: «Se c’è un messaggio nel film è un non messaggio: che in Italia, ma anche nel resto del mondo, tutto vale, tutto sta insieme. L’italiano medio fa beneficenza e va a prostitute, è vegano ma mangia la porchetta. In fondo siamo tutti un po’ italiani medi». Un personaggio che secondo Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa, che distribuirà 400 copie, incontrerà il favore degli “amici di Maccio”, «Eravamo certi che il pubblico di Maccio fosse quello dei ragazzini “smanettoni”, ma in realtà abbiamo scoperto che ha dei fan over sessanta, dei professionisti in realtà il pubblico è molto trasversale». (Photocredit copertina Stefano Colarieti / La Presse)

 

 

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