Giochi, i bookmaker stranieri non vogliono pagare

I negozi di scommesse dicono no alla sanatoria che li metterebbe in regola con una tassa una tantum da diecimila euro. La novità era stata introdotta da un emendamento alla legge di Stabilità presentato al Senato lo scorso dicembre ma, oggi, i bookmaker stranieri si dicono pronti a non accettare l’offerta dello Stato.

Joe Raedle/Getty Images
Joe Raedle/Getty Images

GIOCHI, IL NO ALLA SANATORIA DEI BOOKMAKER ESTERI – È quanto spiega Andrea Bassi sul Messaggero, che racconta come StanleyBet, Sks365 e Betuniq abbiano comunicato ai punti scommessa loro affiliati, circa settemila in tutta Italia, di non pagare quei diecimila euro e le tasse non pagate che li renderebbe legali di fronte allo Stato:

[…] come riporta l’agenzia specializzata Agipronews, tutti i big del settore hanno dato indicazione ai loro affiliati di non accettare il patto offerto dallo Stato. Ha detto no StanleyBet, l’operatore inglese che da anni ha in piedi un contenzioso con lo stato italiano. Ha detto no Sks365, e ha chiuso le porte in faccia ai Monopoli anche Betuniq. Questi tre operatori, da soli, costituirebbero oltre la metà del mercato grigio italiano. Senza di loro, insomma, la sanatoria di Renzi rischia di essere un flop.

GIOCHI, SENZA LA SANATORIA I CONTI PUBBLICI IN CRISI – Un flop non soltanto per quanto riguarda la messa in regola dei bookmaker, ma anche per quanto riguarda i conti pubblici:

Nel 2015, dall’operazione di regolarizzazione, sono attesi 220 milioni di euro. I primi 35 milioni sarebbero dovuti arrivare nelle casse dello Stato già alla fine del mese, il 31 gennaio, data prevista per il versamento della una tantum di diecimila euro

E non solo:

Buona parte delle coperture della manovra del governo Renzi sono state costruite sul settore dei giochi. Oltre ai 220 milioni della sanatoria ci sono i 500 milioni della nuova tassa sui concessionari delle slot, 350 milioni della gara per il gioco del Lotto e altri 540 milioni per le sanzioni alle slot scollegate. Ma molti di questi introiti rischiano di restare sulla carta.

 

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GIOCHI, LE PROTESTE DEI BOOKMAKER – Ma perché i bookmaker non accettano la sanatoria? I motivi sono differenti:

Secondo Betuniq il governo ha ignorato la richiesta della Corte di Giustizia Europea di permettere agli operatori stranieri, con licenza in uno stato Ue, di «operare in Italia». Sulla stessa linea StanleyBet, che ha bocciato la manovra definendola «una finta sanatoria, finalizzata in realtà a privare i centri scommesse dei diritti acquisiti dopo 15 anni di battaglie giudiziarie». «Forse», ha commentato Maurizio Ughi, amministratore di Obiettivo 2016, «sarebbe stato più logico che la sanatoria venisse fatta verso i bookmaker e non verso i punti vendita».

GIOCHI, E ADESSO? – Come si muoverà il governo, considerato anche che a breve il capo dei Monopoli, Luigi Magistro, lascerà il suo posto forse in favore di Alessandro Aronica (oggi direttore del personale delle Dogane) che si ritroverà con la patata bollente?

La maggior parte degli operatori, molti partecipati da fondi stranieri, non ha la disponibilità per pagare una somma che in alcuni casi può risultare superiore al fatturato. Le uniche con le spalle larghe in grado di sostenere l’onere sarebbero le big come Lottomatica e Sisal. Ma c’è il rischio di una cannibalizzazione dell’intero settore. Un esito che il governo non vorrebbe […] tanto che al Tesoro si sta valutando di sostituire la tassa da 500 milioni con un aumento di due punti percentuali del prelievo unico erariale sui giochi.

(Photocredit copertina: PEDRO UGARTE/AFP/Getty Images)

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