“Ogni Maledetto Natale: non è l’anti-cinepanettone”

“Ogni Maledetto Natale” arriva nelle sale il 27 novembre: è la “commedia sentimentale delirante e satirica” firmata dagli autori e dai registi della serie tv Boris, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo che dirigono sul grande schermo sostanzialmente il cast dell’amatissima serie Tv: ritroviamo infatti Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Corrado Guzzanti, Francesco Pannofino, Caterina Guzzanti per non parlare di Laura Morante e delle due new-entry, i protagonisti, Alessandro Cattelan ed Alessandra Mastronardi. Un film sul Natale che, dicono gli artisti e i registi nella round-table organizzata oggi a Roma dopo la proiezione della pellicola, vuole essere una presa di posizione rispetto a quello che le festività natalizie rappresentano nel nostro paese.

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“OGNI MALEDETTO NATALE” – “Il Natale è il momento in cui escono fuori tutti i lati di questo paese che, nell’esasperazione, lo rovinano”, dicono i registi: “La famiglia, la religione, il consumismo, il gioco d’azzardo”. E proprio la caricatura della famiglia all’italiana è al centro della narrazione del film, o meglio, la caricatura di due tipi di famiglia diversissimi fra di loro che si intromettono, si impastano, impattano prepotentemente contro una storia d’amore ancora all’inizio. Massimo Marinelli e Giulia Colardo si incontrano per caso ed è “amore a prima vista”, dice il narratore; ma questo giovane amore, purtroppo per i due ragazzi, nasce nel bel mezzo del “più grande incubo sociale e antropologico” dell’anno: il Natale, e il Natale nella famiglia italiana. Lei viene da una famiglia allargata e sostanzialmente tribale della Tuscia Viterbese, lui fa parte di “una delle famiglie più ricche del paese”. Solo che nessuno dei due sa come sia fatta la famiglia dell’altro, e quando Massimo accetta l’invito di Giulia, quello di passare il Natale con la famiglia di lei in campagna, certo non sa quello che l’aspetta.

LE DUE FAMIGLIE – Si trova catapultato in un casale in un bosco, fra cugini che litigano in memoria del nonno scomparso, antiche rivalità e storie non ben conosciute che guidano l’intera serata, cognati che sparano in aria, cacce al cinghiale in piena vigilia di Natale in cui è costretto a fare da esca, giochi di carte come la “Spurchia” con regole assurde e ridicole – una delle scene più divertenti della pellicola  – grappe artigianali a base di vipera e sopratutto l’orgoglio paesano della famiglia della ragazza del quale, in breve tempo, si ritrova vittima, tanto da fare una brutta gaffe ed essere espulso dalla dinamica in piena notte della Vigilia. Torna così a Roma e, molto di malavoglia, si dirige nella casa della sua famiglia, accolto per il pranzo di natale dai domestici filippini in livrea, guidati dal maggiordomo interpretato da Corrado Guzzanti, e dall’offerta milionaria di lavoro da parte del padre. Il suicidio di uno dei domestici, filippino anch’esso, darà il via ad un turbinio di gag che condurrà verso il lieto fine della storia.

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LA FORZA E’ IL CAST – Un’ambientazione natalizia che fa da sfondo ad una storia d’amore nell’intreccio di per sé non particolarmente originale e che punta dunque tutto sulla bravura degli attori e sulla particolare meccanica del film. Le due famiglie, i Colardo e i Marinelli, sono infatti interpretati dagli stessi attori: il padre è Pannofino, la madre è Laura Morante, il fratello strano – per motivi diversi di volta in volta – è Mastandrea, Corrado Guzzanti interpreta il personaggio più particolare del setting, Mastronardi e Cattelan (qui al suo esordio cinematografico) a fare da trait d’union fra i due scenari. E non può sfuggire che la saga di Boris si era chiusa con il film omonimo, in cui il cast degli “Occhi del cuore” tentava di realizzare proprio un cosiddetto “cinepanettone”; ma gli autori e il cast, interrogati su questa coincidenza, marcano le differenze: “Questa è più che altro una sfida, non è ne un cinepanettone o un anti-cinepanettone. Il pubblico deve abituarsi a non mettere le cose dentro a delle caselle, ma alla varietà del cinema”, dice Mastandrea in conferenza stampa.

IL RITORNO DI GUZZANTI – “E’ un film pericolosissimo per certi versi”, continuano gli autori, “che va a toccare alcuni elementi intoccabili nella retorica italiana: la famiglia, il Natale… Anzi, speriamo che salti fuori un po’ di polemica”, confessano i registi. “Per noi è solo, un po’, la versione italiana del tradizionale film di Natale americano: è un modo come un’altro per raccontare l’Italia”. Ma una piccola notizia c’è: Corrado Guzzanti, già attesissimo per il suo ritorno sulle scene in questo film,  conferma e confessa che, insieme a Mattia Torre, uno dei tre autori, sta scrivendo “una mini-serie comica per Sky: saranno 6 puntate da 30 minuti”. Titolo provvisorio “Dov’è Mario?”: il comico si sbottona pochissimo “per scaramanzia” e confessa che la serie parlerà di un po’ di tutto, di società e di politica, e quindi anche “di Renzi, ma anche no”. Per sapere altri dettagli sul ritorno del popolare comico sul piccolo schermo bisognerà insomma aspettare.

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