La guerra all’ISIS continua

La strategia adottata contro l’ISIS non assomiglia a una travolgente campagna militare, quanto piuttosto a un paziente tiro al piccione che si muove in una gabbia sempre più ristretta. Una strategia che per ora gli uomini del califfo sembrano soffrire, anche se è difficile immaginare diversamente, vista la sproporzione di uomini  mezzi a favore dei suoi avversari.

 

 

MOMENTO NEGATIVO PER L’ISIS – Nei giorni scorsi è aumentato il numero di maledizioni lanciate attraverso i social network dagli uomini dell’ISIS, ma in compenso sono spariti del tutto gli annunci relativi alle conquiste di villaggi e cittadine, che hanno lasciato il campo a qualche timida ammissione in merito ai recenti rovesci militari. Dove va peggio per gli uomini del califfo è in Iraq, dove anche nelle ultime ore gli aerei americani hanno fatto il tiro al bersaglio colpendo soprattutto gli Humvee e quelle dotazioni militari sottratte agli iracheni. Si realizza così un doppio paradosso, i «terroristi» dell’ISIS che rubano e usano i mezzi americani e quegli stessi mezzi che diventano un utile punto di riferimento perché gli americani possano bombardarli con maggiore efficacia.

BOMBE, ELICOTTERI E CURDI – Gli ultimi bombardamenti americani sono avvenuti nei pressi della diga di Haditha, quella vicina a Mosul, che in teoria è circondata dalle truppe alleate, che però non sono ancora riusciti a ripulire i dintorni e lo spazio tra la città e il confine siriano, dove comunque i curdi hanno ripreso il controllo di diversi posti di confine. Secondo le note diffuse dagli americani, i bombardamenti sono stati portati a termine «su richiesta del governo iracheno», allo scopo di tagliare i collegamenti con il teatro siriano. All’offensiva partecipano anche elicotteri iracheni, che avrebbero accompagnato le truppe nell’entrata nella zona Nord di Berwana, dove i soldati delle forze armate dell’Iraq avrebbero ucciso 15 uomini dell’ISIS. Truppe curde avrebbero invece conquistato il monte Gazzer, sempre al confine siriano, mentre i loro uomini convergono da Est e da Ovest su Mosul.

 

LEGGI ANCHE: Il modello curdo, un’esperienza esemplare ignorata colpevolmente

 

TUTTI CONTRO L’ISIS – Altrove continua anche la guerra di propaganda, un’organizzazione sciita ha messo una taglia milionaria su al Baghadi e alcuni uomini di punta dell’ISIS, che si va ad aggiungere a quelle già promesse da USA e Iraq, mentre a scoraggiate i giovani musulmani che vivono in Occidente è spuntato un video decisamente crudo che offre una visione decisamente sgradevole dell’impegno nella jihad per il califfato. A ore è attesa anche la presa di posizione della Lega Araba, che arriva tardi, ma lo sviluppo politico più importante è sicuramente quello che riguarda la formazione del nuovo governo, che ormai dovrebbe essere pronto per essere presentato al voto in parlamento e quindi ad entrare in carica.

Share this article