Siria: rapite due cittadine italiane ad Aleppo

Due cittadine italiane sono irreperibili in Siria. Si tratta di cd 21 anni, di Brembate, in provincia di Bergamo, e Greta Ramelli, 20 anni, residente a Besozzo, in provincia di Varese. Lo comunica la Farnesina spiegando che le donne si trovavano ad Aleppo per lavorare a progetti umanitari indipendenti nel settore sanitario idrico. Il ministero degli esteri ha attivato immediatamente tutti i canali informativi e di ricerca per i necessari accertamenti confermando la notizia «della irreperibilità di due cittadine italiane sulla quale sin da subito stanno lavorando l’Unità di crisi e la nostra intelligence. L’Unità di crisi ha già preso contatto con le famiglie che vengono tenute costantemente informate sugli sviluppi del caso».

(Gettyimages-AP Photo)
(Gettyimages-AP Photo)

 

SONO STATE RAPITE – I contatti con le due nostre connazionali sono stati persi da sei giorni. Le due volontarie italiane, Vanessa Marzullo, 21 anni, di Brembate, in provincia di Bergamo, studentessa di Mediazione lunguistica e culturale all’Università degli studi di Milano e Greta Ramelli, 20 anni, residente a Besozzo, in provincia di Varese, sarebbero state rapite da uomini armati, probabilmente criminali comuni, nei dintorni di Aleppo. Le ragazze, fondatrici del Progetto Horryaty, iniziativa di solidarietà per la Siria, erano entrate il 28 luglio da Atma, a pochi chilometri di distanza dall’omonimo campo profughi, uno dei più grandi del Paese. A riferirlo è il Messaggero. Il rapimento sarebbe avvenuto ad Aleppo intorno alle quattro di notte tra il 31 luglio e il primo di agosto, a meno di 72 ore dal loro arrivo nel Paese.

UN TERZO ITALIANO SCAMPATO AL RAPIMENTO? – Secondo fonti locali, riprese dal sito arabo Tahrir Souri, ripreso dall’agenzia, TMNews, le due ragazze sarebbero state sequestrate ad Abzimo, una delle località alla periferia di Aleppo di cui le forze che combattono il regime di Bashar al Assad hanno assunto il controlloCon loro, secondo il sito arabo, ci sarebbe stato anche un altro cittadino italiano che però sarebbe riuscito a fuggire prima del sequestro. Notizia al momento non verificabile. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, dopo la notizia della scomparsa nel Paese arabo delle due attiviste italiane Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, ha spiegato all’ Aki – Adnkronos che finora non è riuscito ad avere notizie. Il nunzio apostolico ha ricordato la pericolosità dell’area di Idlib, zona in cui sono state sequestrate le due ragazze, teatro nei giorni scorsi del rapimento di una famiglia diretta ad Aleppo. L’Ansa riporta inoltre le parole di una persona informata sulla vicenda che spiega come sia ancora presto per dire se i rapitori sono criminali comuni o appartenenti a qualche milizia: «Ancora non si sa nulla né sul tipo di sequestro né sulla regione dove le due giovani sono tenute».

 

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SVANITE NEL NULLA DA SEI GIORNI – Secondo quanto riferito da fonti locali, il sequestro è stato compiuto da circa 30 miliziani che hanno circondato  la casa dove si trovavano, prendendo in ostaggio anche due siriani del battaglione Noureddin al-Zengi che si trovavano con loro per proteggerle. Non è chiaro se le due siano arrivate in Siria con un carico di medicinali o viveri di prima necessità da consegnare o se solamente per una missione esplorativa. I siriani sono stati liberati ad una ventina di chilometri dall’abitazione. Le donne avevano con sé quattromila euro in contanti. Le due peraltro sono andate in Siria per la prima volta nel marzo 2014. Secondo quanto affermato da vari attivisti, si sarebbero recate nuovamente nel Paese dopo poche settimane per istituire piccoli progetti e inviare medicinali e latte in polvere.

 

LA TESTIMONIANZA – Silvia Moroni, presidente della Onlus «Rose di Damasco», una delle ong che sostenevano il progetto Horryaty a favore della popolazione siriana, per il quale lavoravano Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, ha raccontato all’Adnkronos che le due ragazze scomparse avevano un appuntamento con lei via Skype per giovedì 31 luglio ma che non si sono presentate aggiungendo dettagli sulla loro missione nel paese asiatico martoriato dalla guerra:

Avevamo un appuntamento su Skype giovedì scorso, il 31 luglio, ma Greta e Vanessa non erano in linea. Dalla loro partenza, il 22 luglio, ci eravamo sentite tre volte, mi avevano confermato che il progetto nel quale erano impegnate andava avanti, tanto che avevano intenzione di restare ad Aleppo e mi consultavano proprio per l’invio di altri fondi. Le due ragazze sono partire per la Siria il 22 luglio dopo che il 20 luglio avevamo fatto insieme una serata di raccolta fondi a Como. Il loro progetto, finanziato anche dalle associazioni «Ipsia» ed «Sos Siria» di Varese, oltre che da «Rose di Damasco» di Asso, in provincia di Como, e dalla comunità siriana araba in Italia. In particolare il progetto era quello di acquistare kit di pronto soccorso e pacchi alimentari, da distribuire al confine. In particolare avendo loro fatto dei corsi infermieristici, istruivano i ragazzi in materia di Pronto soccorso

RISERBO DA PARTE DELLE FAMIGLIE – I familiari di Greta Ramelli, una delle due ragazze scomparse in Siria, ad Aleppo, si trincerano dietro un  «no comment». L’Adnkronos riporta la tensione della casa della giovane, a Gavirate aggiungendo come la famiglia si senta rassicurata dagli sviluppi della vicenda: «Per il momento ci dispiace, ma sulla questione preferiamo non esprimerci, se ne sta occupando la Farnesina, non possiamo dire niente». I cittadini di Gavirate hanno già fatto sapere che sperano che le due ragazze tornino «sane e salve».

INDAGA LA COALIZIONE NAZIONALE SIRIANA – «Stiamo indagando. Non abbiamo altre informazioni oltre a quelle della loro scomparsa». Queste le parole di Ahmad Ramadan, rappresentante ad Aleppo della Coalizione nazionale siriana, principale blocco dell’opposizione al governo siriano di Bashar al-Assad, in merito alla sparizione delle cooperanti italiane Vanessa Marzullo e Greta Ramelli. A riprendere le sue parole l’agenzia Aki-Adnkronos.

CHI SONO LE COOPERANTI – Vanessa Marzullo e Giulia Ramelli erano al loro secondo viaggio in Siria in poco meno quattro mesi, dopo la prima tappa, a marzo, del progetto Horryaty. Marzullo, 21 anni, studia mediazione lunguistica e culturale all’Università degli studi di Milano. Giulia Ramelli, vent’anni, è originaria di Comerio, paese di circa 2.600 abitanti in Provincia di Varese. Entrambe, secondo l’agenzia Agi, sarebbero partite dall’Italia il 22 luglio per in Siria il 28. Stando a quanto hanno riferito alcuni amici alla stampa locale, Greta, volontaria anche nella Croce rossa, con altre esperienze in Africa, sarebbe al suo terzo viaggio in Siria e il suo ultimo contatto via Facebook con gli amici risalirebbe a tre gioni fa. I conoscenti di Vanessa Marzullo hanno invece spiegato che la ragazza, attivista dell’Osservatorio italo-siriano, era insoddisfatta del lavoro con le ong italiane, aveva provveduto a raggiungere la Siria per proprio conto e a portare aiuto diretto alle popolazioni di quel paese:

si era appassionata al tema della Siria fin dall’inizio del conflitto in quel paese, e aveva cominciato a studiare l’arabo

IL PROGETTO – Sulla pagina Facebook «Assistenza sanitaria in Siria – horryaty» lo scorso due aprile venne pubblicato un resoconto del primo viaggio fatto dalle due cooperanti in Siria insieme a Roberto Andervili, socio Ipsia, il cui scopo era quello di stabilire un contatto con la popolazione locale verificando allo stesso tempo le carenze mediche presenti nella regione di Idleb, a sud ovest rispetto ad Aleppo, con la sicurezza e la garanzia data dalla scorta locale. Roberto Andervili a tal proposito ha dichiarato all’Ansa di non aver sentito le due ragazze negli ultimi giorni, aggiungendo che le due giovani erano arrivate in Siria il 28 luglio. L’uomo ha poi aggiunto: «Non possiamo dare ulteriori informazioni. La Farnesina ci ha pregato di non avere contatti con la stampa».

(Photocredit copertina Gettyimages)

 

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