Dalla Sicilia a Roma, in treno, in pieno giorno. 10 ore che ti riportano a terra

Nessuna navetta per l’aeroporto, nessuna coda, nessun check-in. Per una volta torno al mio buon amato treno, che arriva diritto nel cuore della città, che non subisce vuoti d’aria, dove ti puoi concedere del tempo tutto per te con il sole che batte sui finestrini e con le rotaie che ti cullano.

È bastato un biglietto in promozione a €19,90 per preferire il treno all’aereo. La scelta per il mio rientro vacanziero da una settimana in Sicilia è sembrata azzardata, visto il caldo, i compartimenti a 6 posti e, soprattutto, la durata. Una scelta in controtendenza, si sa, come fanno quelli un po’ fuori di testa. Complice l’offerta presente sul web, non ci ho pensato troppo, nonostante io non sia un avventuriero nè un amante degli sport estremi. Ho pensato che non sarebbe stato un calvario bensì un’esperienza da fare.
E oggi ammetto: la rifarei.

Il tempo vola, non è vero che non passa mai. Quando non stai lì a contare i minuti ma sai come riempire il tuo tempo, riscoprire la bellezza di non avere una scadenza da sfogo al pensiero, ne libera il potenziale.


Hai la tua musica, il tuo tablet per scrivere e prendere appunti di viaggio, i tuoi dispositivi mobili, per riguardare le foto, caricarle sui social. Il PC, se vuoi scrivere o guardare un film. Un libro, il giornale, due settimanali. Ogni tanto ti guardi attorno, osservi con tenerezza i nonni che salgono carichi di pacchi da portare ai nipoti che studiano in città.
L’intercity proveniente da Palermo viaggia quasi puntuale, non te lo aspetti.
Mangi il panino e rispondi alle domande educate dei tuoi compagni di viaggio, mentre cerchi invano delle prese elettriche funzionanti. Senti molto calore, nonostante chi ti è vicino sia così lontano da te e provi rabbia per una classe politica che ha lasciato che questo paese restasse così diviso, così accessibile solo a pochi… ma è un attimo, che passa.

Ti senti fortunato per quello che la vita ti ha dato, senti la vicinanza degli affetti, vincono i colori, la solidarietà della gente che si confronta e si aiuta.
Arrivi a Napoli ed è la solita giostra. Ti senti parte di una ruota che gira, ti andrebbe di metterti lì a spingere per farla girare più forte, sai quanto ce ne sia il bisogno. Poi ti lasci sedurre da questa Italia che non vedi mai, tu che vivi in una grande città, la capitale, nel 2014.

Il tempo di un viaggio, di qualche ora: un succo, il panorama dal finestrino, i sorrisi, gli odori della gente che suda perché lavora la terra, i discorsi così accorati, preoccupati, che parlano di giovani, di speranza, di malfattori e di fede.

Il tempo di un viaggio… ci scappa anche un breve pisolino. Tutto si deposita.
Ora il cielo tende al rosso. Certo, non trovi un bagno libero, ma ormai stai entrando nella tua stazione.
Dai, sveglia. Sei di nuovo a casa, e tutto fila… liscio come l’olio. Vero?

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