L’epic fail di Vittorio Sgarbi per la sua corsa a sindaco di Salemi

Salemi non vuole più Vittorio Sgarbi. Il critico e storico d’arte ha perso la sua battaglia alle comunali dove si era ricandidato con la lista del «Partito della Rivoluzione». Nella città sicula ha vinto Domenico Venuti, volto giovane e da anni militante Pd, che ha raccolto 1.957 preferenze, toccando quota 35, 06 per cento. In una sfida tra sette candidati sindaco il partito di Sgarbi è arrivato secondo fermandosi a quota 28,1 per cento. Sgarbi si dimise da sindaco di Salemi nel 2012 perché il Comune fu sciolto per infiltrazioni mafiose e commissariato. Oggi, ricandidatosi per la fascia tricolore, il critico d’arte non riesce a conquistare i cuori dei cittadini. E non la prende benissimo:

 

sgarbi salemi

 

SGARBI LA PRENDE «BENISSIMO» – «Non speravo di poter perdere. Ringrazio i cittadini che mi hanno votato e soprattutto quelli che non mi hanno votato», ha precisato in rete il politico. E ancora:

Provvedo a prendere atto che Salemi è stata cancellata dalla carta geografica e che verrà ricordata come una città scomparsa nella quale si può soltanto essere “Venuti”

Un post “sgarbato” che ha fatto discutere ed indignare diversi abitanti. Il neosindaco Venuti ha replicato al pensiero del rivale dal palco della centralissima piazza Libertà in occasione dei festeggiamenti per la vittoria: «La città ha vissuto anni bui, ma adesso ne siamo fuori. I vecchi giochetti politici questa volta non hanno funzionato. E’ la vittoria elettorale più bella degli ultimi vent’anni».

LA CANCELLIERI E I MOTIVI DELLO SCIOGLIMENTO – Vittorio Sgarbi, intervistato oggi da Sandra Amurri sul Fatto Quotidiano, racconta la sfida persa alle comunali e cosa l’ha spinto nella ricandidatura:

Non volevo candidarmi, poi ho partecipato a un’assemblea, c’erano circa 300 persone che me lo hanno chiesto in lacrime e ho accettato per spirito di sacrificio e anche un po’ per rivalsa, ammetto.

Rivalsa verso chi?

Verso quella… della Cancellieri, poi abbiamo visto la fine che ha fatto con la storia di ligresti. Ha sciolto l’amministrazione per mafia. I ministri del governo Monti hanno votato lo scioglimento senza sapere la ragione. Quando l’ho chiesto a Passera, Ornaghi, ecc.. mi hanno risposto che non se ne erano accorti., hanno votato a loro insaputa. Pensa che governi abbiamo. Pensa che governi abbiamo… (…)

LA VERITÀ SUL RAPPORTO DEL VIMINALE – Sgarbi riporta così la sua versione dei fatti ma in realtà i motivi per sciogliere il consiglio comunale a Salemi nel 2012 c’erano eccome. Ed è tutto spiegato sul Fatto Quotidiano che riporta le ragioni del Ministero dell’Interno. In un articolo a firma di Rino Giacalone si parla di “precisa responsabilità”:

“Ritardi e inerzie nell’assegnazione e gestione dei beni confiscati, formazione degli atti fuori dalle sedi istituzionali, libera determinazione fortemente ostacolata, applicazione di facciata dei protocolli di legalità”. Tutto a favore dei voleri delle cosche mafiose locali. E’ pesantemente sanzionatorio il risultato dell’ispezione prefettizia condotta presso il Comune di Salemi, tanto che il ministro dell’Interno Cancellieri ha chiesto e ottenuto dal governo il via libera allo scioglimento per mafia degli organi amministrativi. Un’amministrazione controllata da un ex sorvegliato speciale, l’ex deputato regionale della Dc, l’andreottiano Pino Giammarinaro. “Puparo e regista nemmeno tanto occulto”, così indicato nel rapporto investigativo che lo scorso anno ha portato il questore di Trapani, Carmine Esposito, a chiedere al Tribunale l’applicazione di 5 anni di sorveglianza speciale, e il sequestro di beni per 30 milioni di euro.

Il rapporto che fa luce su Salemi è intitolato “Salus Iniqua” ed è frutto del lavoro investigativo della direzione anticrimine guidata dal dirigente Giuseppe Linares.  Sono quelle righe ad aver spinto il Viminale alla richiesta di scioglimento per infiltrazioni. Quali sono le responsabilità del sindaco indicate nel rapporto della direzione anticrimine? Il Fatto riporta:

Sono stati registrati casi in cui l’on. Giammarinaro raggiungeva in auto l’aeroporto di Palermo, andando a prelevare di persona il sindaco Sgarbi, per fargli firmare in auto provvedimenti che poi risulteranno sottoscritti a palazzo Municipale. La relazione sottolinea inoltre il ruolo del vicesindaco Antonella Favuzza: “Il vicesindaco è legato da stretti vincoli con noti e storici esponenti delle locali famiglie criminali….”. Un’amministrazione che praticava una antimafia di facciata, a proposito di appalti pubblici. Applicava il protocollo di legalità intestato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e poi aggiudicava i lavori di ristrutturazione del Municipio ad un imprenditore che era stato in carcere per turbativa d’asta.
In giunta sedeva poi un assessore che nel 2011 fu condannato per truffa aggravata. A Pino Giammarinaro, il sindaco Sgarbi ha permesso partecipare a riunioni di giunta, senza verbalizzarne la presenza ovviamente. E a casa dell’ex deputato fu scritto un bilancio di previsione del Comune.

Ma Sgarbi, nonostante la battaglia persa, non molla. Continuerà a fare “opposizione” da Salemi.  «Non ha perso Sgarbi – riporta lo storico su Facebook – Ha perso Salemi. Ne riparliamo tra 5 anni. O anche meno».

(Credits Copertina: LaPresse / Manuel Romano)

Share this article