L’effetto del caldo record su margherite e mimose

Nei prati sono spuntate le margherite, sono gia’ pronte le mimose con venti giorni di anticipo rispetto alla festa della donna e le piante da frutto, dai mandorli alle pesche, hanno iniziato a fiorire. E’ quanto emerge – riferise una nota – da un monitoraggio della Coldiretti sugli effetti del caldo record di questa ”finta” primavera con le temperature minime che hanno fatto registrare valori superiori di 3,8 gradi alla media di riferimento nella prima decade di febbraio.

L’EFFETTO DEL CALDO RECORD – Uno shock per le coltivazioni ingannate dall’insolito tepore che – sottolinea Coldiretti – le ha ”risvegliate” rendendole particolarmente vulnerabili all’arrivo del maltempo che con freddo e gelo potrebbe provocare danni incalcolabili. Nel nord – continua l’organizzazione di categoria – si osserva un risveglio vegetativo anticipato su numerose specie frutticole con parziale o totale rigonfiamento delle gemme che e’ particolarmente evidente nel Mezzogiorno dove le alte temperature hanno portato in generale a un fortissimo anticipo delle fioriture su alcune specie frutticole. Problemi – continua Coldiretti – anche per gli ortaggi che soprattutto nel centro sud per il caldo sono maturati in modo repentino e simultaneo rendendo impossibile una programmazione scalare della raccolta ma in alcuni casi le coltivazioni sono andate a fiore impedendo di fatto di ottenere una produzione vendibile sul mercato. Il tutto mentre in molti terreni del nord – sottolinea Coldiretti – si fanno ancora i conti con il ristagno idrico nei terreni provocato dalle forti piogge.

MARGHERITE E MIMOSE –  Nella vite si evidenziano situazioni di forte difficolta’ e disagi nell’effettuazione dei lavori preparatori e nella potatura della coltura a causa della saturazione idrica dei terreni che risultano essere cosi’ inaccessibili ai mezzi meccanici ed agli operatori. Lo stesso accade anche – continua Coldiretti – per la realizzazione dei lavori preparatori del terreno per gli imminenti trapianti degli ortaggi e per i campi intrisi d’acqua destinati ai cereali e soia dove sono impedite le preparazione dei letti di semina primaverili. Siamo di fronte – conclude Coldiretti – ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense, con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. (DIRE)

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