L’Italia: il paese dei bamboccioni

11/02/2014 di Andrea Mollica

La mamma sbriga gli acquisti, cucina la pasta in modo delizioso, e lava i panni sporchi. Questa è la vita da bambini che conduce più del 60% dei giovani italiani sotto i 35 anni. I bamboccioni, la definizione coniata dall’allora ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, sono ormai un pilastro della nostra società, e la colpa di questa prolungata immaturità non è solo della crisi, come rimarca Süddeutsche Zeitung.

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APPARENTE TRISTEZZA – Il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung dedica un’analisi piuttosto critica ad uno dei fenomeni che caratterizza la società italiana e la distingue da quelle europee, ovvero i moltissimi giovani adulti che non vivono da soli ma preferiscono abitare presso i loro genitori. Questi ragazzi, da ormai un po’ di anni, sono definiti i bamboccioni, come da definizione coniata dall’allora ministro dell’Economia, il compianto Tommaso Padoa-Schioppa. Una ricerca recente dell’Istat ha confermato quanto sia diffusa questa tendenza, visto che più del 60% dei giovani italiani viva ancora presso i genitori pur in età adulta. La notizia è stata accolta con un po’ di tristezza dai lettori del Corriere della Sera, come nota con un po’ di sarcasmo l’articolo di Süddeutsche Zeitung. Il quotidiano tedesco sottolinea come la presenza di emoticon negativi sia maggioritaria tra i commenti al pezzo pubblicato sul sito del principale giornale italiano; SZ tende anche a capacitarsi a fatica che tra i commenti sia previsto non solo il classico testo, ma anche un smile con cui esprimere il proprio sentimento. Una facoltà che rimarca come gli italiani siano un po’ più emotivi dei tedeschi.

SETTE MILIONI – Poco meno di sette milioni di italiani con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni vivono ancora con i genitori, o con uno di loro. Questo numero corrisponde ad una percentuale del 61%, che sono alloggiati presso l’hotel mamma, come lo chiama SZ, che offre vitto ed alloggio tanto comodo quanto conveniente. Il quotidiano tedesco rimarca come non si faccia nessun affronto ai padri italiani con questa definizione. La ricerca dell’Istat svela una realtà già ampiamente conosciuta: la novità è che i bamboccioni aumentino, con una percentuale cresciuta di circa due punti percentuali rispetto all’anno precedente. Con l’età la tendenza a vivere presso i propri genitori sfuma solo leggermente, visto che anche chi viaggia intorno ai 30 anni apprezza molto la vita sotto il tetto di casa. Quasi la metà della fascia d’età tra i 25 ed i 34 anni è infatti ancora un bamboccione a pieno titolo, seppure abbia un’età dove l’autonomia è la norma, almeno negli standard europei.
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SIMBOLI DELLA CRISI – SZ evidenzia come l’Istat abbia trovato alcune differenze importanti tra i giovani italiani. I maschi, per esempio, sono bamboccioni più delle donne, visto che la loro percentuale di alloggio presso i genitori è superiore di circa 10 punti. Allo stesso modo, nel Sud questa tendenza è ancora più marcata rispetto al Nord. Per il quotidiano tedesco i ragazzi e le ragazze che vivono ancora presso la casa dei genitori sono diventati il simbolo della crisi economica che si è abbattuta nel nostro paese. La disoccupazione giovanile, che riguarda i giovani tra i 15 ed i 24 anni, è superiore al 40%, in forte crescita rispetto agli anni precrisi, quando si assestava su valori di poco inferiori al 20%. La mancanza di prospettive occupazionali tende a rallentare l’addio dalla casa, vista l’incertezza dell’autonomia economica. I costosi affitti che si riscontrano nelle grandi città, dove è maggiore la possibilità di trovare lavoro, rendono ancora più difficile questo passo.

CULTURA ITALIANA – Süddeutsche Zeitung rimarca comunque come i bamboccioni non siano figli della crisi, o quantomeno come essa non sia l’unica responsabile di questo fenomeno italiano. Lo Stato sociale italiano, come già spiegato dal sociologo danese Gøsta Esping-Andersen è sempre stato rivolto verso la famiglia. Ora i bamboccioni ne rappresentano una sorta di culmine, visto il problema rappresentato da ragazzi che ritardano così a lungo la creazione di una propria famiglia. Una caratteristica da tempo presente in Italia, che ha una percentuale di giovani che vivono presso i genitori che ha paragoni in nessun altro stato industrializzato. Il problema interessa ormai da molti anni il governo italiano, ma le soluzioni mancano completamente. Il quotidiano tedesco nota con sarcasmo come la prospettiva per molti ragazzi sia quella di lasciare il nido domestico dove la mamma pulisce i piatti per lavare i piatti in un ristorante. Posti di lavoro non qualificati e malpagati non incentivano l’autonomia dei bamboccioni, e alcune proposte della politica sono state particolarmente squalificanti. SZ chiude il suo racconto con sarcasmo, ricordando il sottosegretario Michel Martone, che aveva proposto di dare un premio economico a chi abbandonava casa. Un’idea non sostenibile dal punto di vista finanziario, e che veniva da un bamboccione.

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