Tassa sulla casa, aliquota massima al 3,5?

06/01/2014 di Redazione

Governo ancora al lavoro sulla casa. L’anno nuovo si è aperto con molte questioni del 2013, ancora tutt’altro che chiuse, a partire dalla Iuc, imposta introdotta dalla legge di stabilita’ che racchiude insieme la vecchia Imu e le nuove Tasi e Tari. Il problema numero uno è quello delle aliquote sulle quali il Tesoro è al lavoro in queste ore a stretto contatto con l’Anci. Per assicurare ai Comuni, e ai cittadini, che l’imposta sugli immobili non pesera’ piu’ dell’Imu, assicurando comunque alle amministrazioni municipali le entrate necessarie ai bilanci locali, l’esecutivo dovrà fare in modo che l’aliquota fissata dalla legge per la Tasi al 2,5 per mille per le abitazioni principali possa alzarsi fino a un tetto massimo del 3,5 per mille (11,6 per mille per le seconde case).

LA TASSA SULLA CASA – Solo così infatti i Comuni potranno garantire le stesse detrazioni consentite con l’Imu nel 2012, a favore di famiglie numerose e svantaggiate. Il costo dell’operazione, secondo le stime dell’Anci, si aggirerebbe intorno a 1,5 miliardi (1,3 secondo il governo), copribili appunto con un aumento dell’aliquota dell’uno per mille. “Il governo – ha assicurato ufficialmente il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni confermando le notizie circolate in questi giorni – nei prossimi giorni interverra’ sulla materia. Penso che una valida opzione potrebbe consentire ai sindaci di aumentare l’aliquota massima, e trovare così le risorse per garantire le detrazioni a vantaggio delle fasce piu’ deboli”. Quello che si sta decidendo in queste ore e’ proprio con quale strumento intervenire e quali tempi consentire a Comuni e proprietari per il pagamento delle rate della tassa, ipotizzando anche uno spostamento.

LA SOLUZIONE PIU’ SEMPLICE – La soluzione piu’ semplice sarebbe quella di far confluire la soluzione nel dl Imu-Bankitalia, che dopodomani arrivera’ in Aula al Senato, come emendamento del governo. La decisione spetta pero’ in questo caso a Palazzo Chigi che potrebbe anche eventualmente optare per un intervento per decreto. Con l’Anci il Tesoro sta quindi valutando anche le scadenze, sulle quali si e’ gia’ creata molta confusione. Il tema e’ ancora in corso di approfondimento da parte dei tecnici delle due parti, ma i Comuni potrebbero essere lasciati liberi di decidere in autonomia le date, mantenendo solo l’indicazione di due rate semestrali. In attesa del provvedimento, monta intanto la protesta di Confedilizia, secondo la quale la casa viene per l’ennesima volta spremuta a favore degli enti locali. “La tassazione immobiliare – lamento l’associazione dei costruttori – supera gia’ i due punti di pil. Se i Comuni hanno davvero bisogno, come dicono, di altri soldi, Governo ed Enti locali possono anche guardare al di la’ della comoda tassazione di case ed opifici”.(ANSA)

(photocredits ANSA/ RICCARDO ANTIMIANI)

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